Postato il Gio 27 Gen 2022 da in AD MaioraHeritageLa vita del Club

Cronache del ’21

AD Maiora
di Emmanuel Grossi

L’anno nuovo naviga ormai a vele spiegate. Ma è inevitabile fermarsi a ripensare a quello passato, ai ricordi che ne serbiamo, a ciò che ci ha lasciato e a quanto ha portato via con sé…

A me il 2021 fa tornare in mente, con dolce malinconia, tante belle campagne pubblicitarie.


Ricordo una delle prime commistioni tra advertising e documentaristica sociale, coi caroselli Kraft (J. Walter Thompson) in cui si mostra la vita quotidiana di lavoratori che sgobbano tutto il giorno (“Gente dall’appetito robusto“!) e per pranzo si contentano di addentare un panino (siamo a Roma, una rosetta, portata a casa in bici dai cascherini ancora ragazzini) con una fetta di formaggio. Molto bella, perfino commovente, la storia del fuochista a bordo di una delle ultime locomotive a vapore, ancora in servizio su piccole tratte prima di tornare per sempre in deposito. Ricordi di un’altra Italia, rurale, semplice, ingenua.

Ma non mancano le inquadrature ardite di Giuliano Giustini che, forte di maestria tecnica e prestanza fisica, gira dal treno in corsa a strapiombo su un viadotto, con il rischio di precipitare giù trascinato dal peso della macchina da presa (le handycam erano lungi da venire!). Come quando, pochi anni dopo, per Aiax Lanciere Bianco dovette arrampicarsi camera in spalla fin sulla piattaforma dei trapezisti per riprendere le loro acrobazie al circo. Scene affascinanti e piene di poesia. Davvero “felliniane”.



Di gusto internazionale sono invece i caroselli di Richard Lester, convocato in Italia per girare vari protovideoclip musicali: alcuni in teatro di posa, per Agip (Linea SPN), con Raffaella Carrà; altri in esterna, per Barilla (Young & Rubicam), nelle piazze dei borghi (Montefiascone, San Gimignano, Todi…) gremite di vero pubblico in visibilio per Massimo Ranieri. Il quale, appena un anno prima, si era mostrato più compìto e formale sotto la direzione di Mauro Bolognini, con cui attraversava il suo periodo d’oro cinematografico (Metello, Bubù, Imputazione di omicidio per uno studente).



Ma è nei nuovi spot a colori che la musica si scatena, recando tutta la freschezza, la follia, perfino il kitsch del nuovo decennio: risuonano gioiosi nella mente motivetti (composti da Rolando Pellacani per ODG) che evocano tutt’un mondo e che saranno determinanti per il successo dei relativi brand, come “Il fatto è che studiare studio io Buondì Motta, Buondì mio!” o “Con Postalmarket, sai, uso la testa ed ogni pacco che mi arriva è una festa“, sperimentando le potenzialità delle lenti ottiche che in tempo reale riescono a “moltiplicare” i personaggi presenti sul set.



In mezzo a tanta musica (e a break pubblicitari sempre più pressanti e chiassosi) è giusto però anche ritagliarsi qualche attimo di pausa in relax. E gustarsi in santa pace uno Yomo (ancora JWT), “tanto non accade quasi nulla“, si ammira un gabbiano volare o si perde lo sguardo nel mare dei Tropici, con le palme mosse dal vento e una vela all’orizzonte. O addentare un biscotto Doria e ritrovarsi su prati fioriti, su montagne boschive, scoprendo “Dietro la bontà, la natura” cullati dalle note di Per Elisa.


Perché anche i gesti più semplici e quotidiani possono diventare rituali, simbolici, e disvelare la loro essenza più profonda. Così, cucinando un piatto di pasta (ancora Barilla, ancora Young & Rubicam) si dà forma alla leggerezza, la sensualità, l’allegria, perché anche preparare da mangiare è prendersi cura di sé e dei propri cari, anche questa è “Una forma d’amore“.

E che bello sarebbe se fossero la pace, l’amore, l’accoglienza, la fratellanza tra i popoli a permeare di significato alto, nobile, i mezzi di comunicazione che sono ormai parte integrante delle nostre vite, magari diffondendo nel mondo tramite i nostri schermi, i nostri device, le parole e la testimonianza di Gandhi, potendolo vedere ed ascoltare in diretta streaming (Telecom, Young & Rubicam). Sarebbe un sogno.



Già, un sogno. Ma le campagne che ho evocato non sono fantasie, sono realtà della nostra storia, recente e remota. E tornano prepotenti alla mente, assieme a tanti ricordi personali e professionali, ripensando al 2021. Ripensando ai tanti amici che ci hanno lasciato nei mesi scorsi.

Impossibile citarli, ringraziarli tutti. Ne abbiamo omaggiati cinque, tra i più significativi nelle varie discipline: Moraldo Rossi, braccio destro di Federico Fellini, cui era legato da amicizia simbiotica, poi regista saltuario di cinema (Cronache del ’22) e Re assoluto di Carosello (anche dei citati Kraft, 1966, e Aiax, 1968); Vanni Montagnana, già assistente di Giancarlo Livraghi in CPV poi produttore (Agip, 1971; Barilla, 1972-73); Andrea Cardile, creativo, tv producer, regista (di tante serie Buondì e Postalmarket inizi anni Ottanta); Neri Pelo, art director (è suo anche il logo che vedete in apertura dei miei articoli, in cui sono sommerso da nastri e pizze) e direttore creativo (Yomo, 1984; Doria, 1990 ca); Isabella (De) Bernardi, art director (Barilla, 2003-04; Telecom, 2004) e direttore creativo.

A tutti loro, e ai molti altri che serbiamo nel cuore e che non abbiamo avuto modo di menzionare in questa sede: grazie.