di Flavio Nani
Apro questa nuova rubrica con un contenuto che mi permette di dare uno stimolo su un tema oggi particolarmente sentito, l’uso dell’intelligenza artificiale nel linguaggio cinematografico.
The Pulse Within del duo Vallée Duhamel è stato presentato al Tribeca Film Festival nella sezione “AI Shorts program”.
In questo viaggio, che parte dalla danza e arriva ad un’introspezione profonda,
ADCI | Art Directors Club Italiano festeggia nel 2025 il suo 40° anniversario rende omaggio alla propria storia con una nuova versione del logo, che sarà parte integrante in tutti gli eventi celebrativi previsti nel corso dell’anno.
Il logo vuole rappresentare il ponte tra passato, presente e futuro dell’Associazione ed è stato realizzato in collaborazione con Liviu Andronic e Federico Pepe.
Questo nuovo logo, nato appositamente dalla
ADCI ha l’obiettivo di espandersi su tutto il territorio, portando la cultura della comunicazione ovunque. Per questo, cerchiamo nuovi Local Ambassador che affianchino i soci già attivi econtribuiscano a rafforzare la nostra presenza locale. Crediamo nel valore dei territori e vogliamosviluppare una strategia a lungo termine per essere sempre più vicini ai nostri soci e alle realtà locali.
Chi è un Local Ambassador?
Il Local Ambassador è innanzitutto un
Director’s Eye è la nuova rubrica curata da AIR3 per ADCI, dedicata al mondo della regia.
Raccoglie l’eredità di Registi da non perdere ma ne rappresenta una naturale evoluzione. Cosa cambia rispetto alla precedente rubrica che l’Associazione Italiana Registi curava per l’Art Directors Club?
L’idea è quella di fare zoom-out, ovvero di provare ad allargare lo sguardo rispetto al mondo
Freelance d’agenzia VS freelance d’azienda. Qual è il cliente migliore?
SPOILER
Oliviero Toscani ha saputo trasformare la pubblicità in un’arte provocatoria, una piattaforma di amplificazione per le verità scomode. Da quando nel 1984 lanciò la sfida firmando un gruppo di ragazzi e ragazze di etnie diverse con lo slogan per Benetton” All the colors in the world” ha trasformato la moda in un inno all’inclusione. “ Non più la guerra delle razze, ma il miracolo