TRANSATLANTIC: CROSSING JIM RISWOLD’S OCEAN
Autore: Simone Nobili
Jim è un vetro rotto che taglia di spigoli e sanguina genio.
È la tartaruga contro l’elefante.
È la mano del vento quando ti prende a schiaffi con dolcezza.
Jim è la pubblicità amata, custodita, protetta e nutrita.
È l’idea che parte dalla A per andare alla Z,
e si ferma alla C solo perché Così gli va.
Jim è il cancro due volte,
la diagnosi bastarda,
la forza di rialzarsi,
sputare al destino,
vaffanculo tu,
non ti ci mettere,
non ci provare,
stai alla larga.
Jim è tutto quello che c’è da sapere
se si vuole fare questo mestiere,
senza vendersi l’anima.
Jim è la curva dietro la linea,
Nike con dentro la storia,
David Bowie e Lou Reed
e Vivienne Westwood seduta su uno sgabello
nel suo negozio Kings Road.
È il pensiero scosso,
consumato,
riscritto,
bruciato,
risorto.
Jim è l’ultimo episodio di Transatlantic.
La nave torna al porto,
con 54 oceani alle spalle.
Il fare è stato fatto.
Buona fortuna.
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