Il gioco perfetto della mascolinità costruttiva
di Fabio Paracchini, cofounder e leadership & transitions coach di Leadagious – Leadership is contagious™
Fabio Paracchini di Leadagious – Leadership is contagious™ è stato ospite di uno dei nostri Equal Talk, dove insieme a socie e socie ha esplorato il tema della mascolinità tossica e discusso l’importanza di affrontare la tematica anche in maniera diretta, cioè invitando gli uomini stessi ad affrontarla, aprendosi a un dialogo che li metta in contatto con un modello relazionale diverso, “non a somma zero” come spesso dice Fabio.
Abbiamo chiesto a Fabio di raccontarci di più sul Brave Boys Club, lo spazio sicuro che insieme a Lorenza Pellegri hanno creato nel cuore di Milano proprio per accogliere maschi incuriositi da questo possibile percorso. Uno spazio in cui la “responsabilità”, per fortuna, non è più sinonimo di “colpa”.
Il gioco perfetto della mascolinità costruittuvia – di Fabio Paracchini
Potremmo partire da una cosa che ha scritto una delle più grandi esperte mondiali di relazioni, Esther Perel: “Abbiamo passato gli ultimi 50 anni a parlare di cosa vuol dire essere una donna: le donne hanno messo in discussione le proprie relazioni, la propria identità, il senso del proprio impatto nella vita personale e professionale. E ora, forse per la prima volta, viviamo un momento in cui gli uomini potrebbero avere la stessa opportunità di ridefinire sé stessi.”
Oppure potremmo partire dalle cronache degli ultimi anni. E non parlo solo di cronaca nera, parlo anche dei metoo della pubblicità, degli ospedali e dei teatri – per citare soltanto i tre di cui si è più scritto – e degli infiniti racconti pubblici e privati che ci mostrano come noi uomini, la nostra cultura, i nostri pensieri, le nostre emozioni, quello che facciamo e quello che scegliamo di non fare siano il più grande ostacolo alla felicità delle donne. E alla nostra.
Oppure potremmo partire da un Paese con le radici negli oratori e i rami nell’ideologia, in cui ogni volta che pronunciamo la parola “responsabilità” questa, come in una sorta di devastante telefono senza fili, cambia forma mentre viaggia nell’etere e atterra sui timpani delle persone con un suono diverso, molto simile alla parola “colpa”. Un Paese dove insomma non si riesce a parlare di responsabilità collettiva – o quantomeno distribuita – senza che qualcuno alzi la manina per autocertificare la propria individuale e micragnosa incolpevolezza.
O anche – per finire quest’inizio – potremmo partire da un mondo di imprese che spuntano la casella della sostenibilità sociale con corsi e percorsi di leadership femminile (come se la responsabilità dell’authority gap fosse innanzitutto di donne inabili alla guida di sé e degli altri) e di linguaggio inclusivo (come se il problema fossero le parole delle persone, e non i pensieri e le emozioni che le generano), senza che mai, nemmeno per sbaglio, nemmeno per scherzo, si pensi di fare anche la cosa più ovvia e più platealmente urgente: lavorare sugli uomini e soprattutto lavorare con gli uomini. (Breve nota per i lettori e le lettrici più attaccabrighe: non stiamo dicendo che i corsi di leadership femminile e di linguaggio inclusivo non siano necessari. Lo sono. Stiamo dicendo che non sono sufficienti.)
Si potrebbe partire da tutto questo, ed è quello che abbiamo fatto per creare The Brave Boys Club™, un progetto di impatto sociale pensato, realizzato e ospitato quasi tutti i giovedì sera da Leadagious™ con l’obiettivo di raccogliere maschi pronti a mettersi in dubbio, in crisi e in gioco per diventare i migliori alleati delle donne e di sé stessi.
Il Brave Boys Club è un safe space (meglio: un brave space) nel cuore di Milano in cui gli uomini si possono trovare per confrontarsi con coraggio, spudoratezza e curiosità.
È una scuola guida per i pensieri e le emozioni dei maschi, dove questi possono sviluppare insieme una maggiore consapevolezza di come funzionano loro e di come funzionano gli altri e condividere esperienze, punti di vista, valori contrastanti, pregiudizi e convinzioni limitanti.
È una palestra mentale dove gli uomini si allenano a cercare e a esercitare un’idea e una pratica costruttive della mascolinità, compatibili con l’equità di genere e la felicità di tutte le persone.
Ed è, infine, uno spazio in cui trovare e praticare – insieme, sempre – delle vie d’uscita da una logica a somma zero, dove se qualcuno guadagna e vince qualcun altro deve necessariamente perdere e soccombere, per perseguire la logica esponenziale dei giochi perfetti, dove più ciascuno vince e guadagna più tutti vincono e guadagnano.
La partecipazione alle sessioni del Brave Boys Club – che si tengono presso gli headquarters di Leadagious, in via Rivoli 4, proprio davanti al Teatro Strehler – è sempre gratuita e aperta a chiunque si identifichi come maschio.
Per saperne di più e per prenotare il tuo posto a una sessione del Brave Boys Club: https://thebraveboysclub.com/
Per saperne di più su tutto quello che il Brave Boys Club può fare con le aziende: https://drive.google.com/file/d/1wy-2k7JxlzHusvBwDRiW_XwKZzsQXF49/view?usp=sharing
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Fabio Paracchini