L’Hall of Fame ADCI celebra le personalità che hanno fatto grande la comunicazione grazie al loro esempio e alla caratura del loro lavoro. Ricevere l’Hall of Fame significa aver segnato profondamente la scena pubblicitaria italiana, lasciando il proprio segno nel patrimonio comune non solo del Club, ma di tutta l’industry e contribuendo alla diffusione e alla continuazione dell’eccellenza creativa made in Italy.
di Pasquale Barbella
Nuovo arrivo nella Hall of Fame dell’Art Directors Club ItalianoNon può che riempirmi di soddisfazione la notizia che il nome di Till Neuburg si è aggiunto, nel 2024, a una lista d’onore, la Hall of Fame dell’Adci, alla quale sono orgoglioso di appartenere anch’io. L’elenco aggrega nomi di persone che, a vario titolo e in campi disparati, hanno acquisito meriti e riconoscimenti riconducibili, anche indirettamente, all’area della comunicazione:
di Till Neuburg
Come una volta si diceva dalle parti di San Giusto o dei Navigli, Giovanni Porro non è uno che “se la tira”. Piuttosto che stravincere con una fortunosa scala reale, preferisce giocare a ciapa no – come di quando il triestino Nereo Rocco mandava in campo il suo coriaceo Padova contro la solita e stravincente Juve… e un gazzettaro un tantino mona gli augurò “Che vinca il migliore!” meritandosi la
ADCI – Art Directors Club Italiano è onorata di patrocinare il premio “La Premia Isa”.
Questo riconoscimento, giunto alla sua III edizione, è stato istituito nel 2022 su iniziativa di Alessandro Soetje in ricordo di Isabella De Bernardi, una art director di straordinaria visione, creatività e intelligenza, e socia sempre attiva all’interno di ADCI, per ricordarla e per perpetuare il suo spirito e il suo
Ci siamo. Gli ADCI Awards sono dietro l’angolo. Sabato 7 ottobre scopriremo quali lavori rappresentano l’eccellenza della creatività italiana.
Ma prima, diamo un’occhiata alle shortlist per scoprire chi sono i contendenti ai coni di quest’anno.
Trovate tutto qui sotto.
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Sono stati un riferimento assoluto per generazioni di creativi grazie alla fertilità della loro sperimentazione linguistica e visuale.
Sono due autori politecnici, che si sono cimentati nella creazione di prodotti mediali trasversali a più discipline: dalla sintesi pubblicitaria, alla profondità verticale della scrittura, alle traiettorie narrative dei film.
In un mondo che sembra saper parlare solo di numeri, oggi abbiamo perso una consonante importante.
Era la D che, insieme a una L e una V, ha fatto sognare, ridere, riflettere, emozionare, generazioni intere di creativi. Una D che ha fatto numeri di tutti i tipi, creando valore per il nostro mondo agli occhi di chiunque, dentro e fuori dai nostri confini.
Era la tua D caro Maurizio
