Postato il Mer 19 Mag 2021 da in IntervisteTransatlantic

TRANSATLANTIC: CROSSING AARON WALTON’S OCEAN


Autore: Simone Nobili


Cè una qualità che Aaron Walton possiede e che non passa inosservata. Se ne sta lì, essenziale e presente e non si sposta nemmeno se chiami a raduno tutte le tue forze e gli dici di toglierla di mezzo. 

È la determinazione. 

Aaron è un uomo che si è costruito la carriera un passo alla volta, contando fino ad otto e ripetendo all’infinito la coreografia del successo da lui stesso creata.

Nel 1983 Aaron diventa uno degli esecutivi di Pepsi Music ed inizia a collaborare con Michael Jackson. Michael lo considera un suo amico personale, ed un persona alla quale chiedere consigli quando si tratta di music events e commercials.

Nel 1988 Aaron fonda la Aaron Walton Entertainment, la compagnia che poi prenderà il nome di Walton Isaacson.

Le sue collaborazioni con artisti del calibro di David Bowie and Whitney Houston cristallizzano un’equazione che nel percorso professionale di Aaron sta scritta sulla lavagna della vita: tieni il tempo e non darti mai per vinto.

È per questo che durante la nostra conversazione mi dice che crede fermamente nel battito che ognuno di noi si porta dentro. 

Ed ogni volta che Aaron entra in un’idea per analizzarla, cerca proprio questo battito, con l’intenzione di tirarlo fuori e renderlo universale.

Questa traversata è stata una di quelle dal sapore di Jazz e Marvin Gaye, Los Angeles ed Hollywood, sogni e strisce pedonali dove attraversarli mentre una flotta di Cadillac El Dorados aspettano che scatti il verde. 

Mi sono lasciato andare alle onde di Aaron, ho ascoltato e ho imparato da un universo che non è mio. 

Sono cresciuto nel centro Italia, in una piccola cittadina di provincia e questi racconti sanno di mille e una notte. Anzi, mille e una nota. 

Buona traversata.