Postato il Gio 3 Ott 2024 da in #ContinuityADCI Freelance HUBLa vita del Club

ADCI Freelance Hub: WikiFree

WikiFree è un’iniziativa nata per aiutare i creativi a destreggiarsi nel mondo dei freelance: una serie di articoli e interviste che possano guidare nella transizione da dipendente a libero professionista. A guidarli Alberto Cangialosi, creative copywriter, membro del Freelance Hub ADCI, uno spazio digitale in cui potersi ritrovare e usufruire di servizi utili per tutti.

Vorrei lavorare come libero professionista ma ho paura di dovermi cercare i clienti… ma anche che non mi paghino. E poi, riuscirò a lavorare in solitudine? Cosa ne so io di gestione delle finanze?

Non ti preoccupare, se fai parte del mondo dei creativi e da anni ritardi l’apertura di una p.iva perché questi dubbi ti attanagliano, sappi che ci siamo passati tutti! Con questa guida voglio spiegarti come fare luce sui tuoi legittimi dubbi, come ho fatto anche io nel tempo. 

Iniziamo dalle basi, cosa serve per aprire una P.Iva? Un documento. Tutto qui.

Il modello AA9/12 è facilmente scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate: va compilato e inviato telematicamente. Durante la compilazione ti verrà chiesto quale regime fiscale adottare tra regime forfettario e ordinario. 

Non mi addentrerò in questo argomento, su cui puoi trovare tantissime informazioni online. Diciamo che se prevedi di pagare molti costi di gestione e di avere un fatturato pari o superiore a 100.000€ l’anno, allora ti conviene aprire una P.Iva a regime ordinario. Quasi sicuramente aprirai una P.Iva a regime forfettario, senza costi di gestione, ricavi fino a 85.000€ e una tassazione del 5% per i primi 5 anni (poi del 15%).

Piccola menzione speciale per il codice ATECO, un codice alfanumerico che identifica la tua attività lavorativa. Sceglierlo correttamente è fondamentale per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste per la tua categoria. Scegliere quello esatto è un piccolo incubo, puoi sperare di trovare la tua professione sul motore di ricerca dell’Istat oppure guardare il punto sotto (FYI, il mio codice ATECO è 73.11.01 – Ideazione di campagne pubblicitarie).

Bene, una volta che ho spiegato le basi, è giusto dirti la verità: io non ho mai fatto nulla di quello che ho scritto qua sopra! Ho semplicemente trovato un commercialista e lasciato che si occupasse di tutto lui. A meno che la finanza non abbia segreti per te, finirai ad averne comunque bisogno per imparare a fare e controllare le fatture, oltre che per il pagamento delle tasse, quindi perché non iniziare subito e farti aiutare da un professionista? 

Un consiglio che posso darti, a posteriori, è di cercare un commercialista, o un servizio di commercialisti, che offrano anche un software di gestione delle fatture elettroniche, per evitare di pagare due enti diversi.

Aprendo una P.Iva un grande dubbio sovrasta gli altri: come farò a sopravvivere senza la certezza di avere clienti fissi pronti a pagarmi?

Non mentirò, la prima volta è un salto nel vuoto. Bisogna prendere coraggio e affrontarlo, non ci sono altri metodi. Ma una volta che sarai atterrato, ti accorgerai presto che di clienti ce ne sono tantissimi, sia in agenzia che azienda, e che molti di loro amano lavorare con i freelance perché li aiutano a non sovraccaricare il progress interno a un costo contenuto (con te non pagano tasse, con un dipendente sì).

Ma come trovarli? Beh, questo dipende da persona a persona ma non è così difficile. All’inizio il passaparola aiuta, vecchi colleghi o agenzie e clienti con cui hai mantenuto buoni rapporti… basta farsi sentire e spesso il lavoro arriva. Se hai voglia puoi curare la tua pagina Linkedin, contenuti rilevanti possono aiutarti a farti vedere dalle diverse realtà. Puoi aiutare il Freelance Hub ADCI e vedere il tuo nome comparire sulle diverse attività che realizzerai, oltre che sul nostro format Meet e sulla directory Freelance; oppure puoi semplicemente scrivere ai vari direttori creativi e marketing per proporti. Una volta mi hanno perfino contattato tramite Behance. E questo cliente l’ho ancora; un altro mito da sfatare, infatti, è che il freelance lavora solamente per progetti one shot. Io ho diversi clienti che mi hanno fatto un contratto annuale, poi rinnovato, e con cui lavoro giornalmente.

Insomma, se continui a farti sentire, ti metti in gioco e non dimentichi di scrivere delle mail a possibili clienti, presto ti accorgerai che il lavoro vien da sé, che i clienti ti consiglieranno ai colleghi e che trovare dei progetti sarà sempre più facile.

Su questo punto, nel mondo dei freelance, c’è una spaccatura enorme. Molti non riescono ad essere produttivi a casa e hanno bisogno di uno spazio da cui lavorare. Altri invece non si schioderebbero dal proprio salotto perché lo trovano estremamente comodo. La verità è che non c’è una risposta, dipende da te. Quello che posso dirti è che puoi provare facilmente entrambe le strade, di spazi coworking ne esistono tantissimi e per lavorare da casa basta un pc e una connessione. Prova, sperimenta ma non farti frenare.

Noi ti aspettiamo nel Freelance Hub di ADCI, pronti ad accoglierti per rispondere a qualsiasi dubbio che potresti ancora avere. Per iscriverti e partecipare a tutte le iniziative dedicate ai Soci Freelance puoi contattare Caroline Yvonne Schaper, il nostro super Segretario, oppure Luca Pedrani, Freelance Ambassador ADCI.