ADCI Freelance Hub: WikiFree – Agenzie VS Aziende
WikiFree è un’iniziativa nata per aiutare i creativi a destreggiarsi nel mondo dei freelance: una serie di articoli e interviste che possano guidare nella transizione da dipendente a libero professionista. A guidarli Alberto Cangialosi, creative copywriter e membro del Freelance Hub ADCI, uno spazio digitale in cui potersi ritrovare e usufruire di servizi utili per tutti.
Freelance d’agenzia VS freelance d’azienda. Qual è il cliente migliore?
SPOILER ALERT: Nessuno dei due.
Approcciandoti al mondo dei freelance sentirai sempre gli stessi stereotipi: l’agenzia ti paga meno, l’azienda non sa darti un brief, nessuna dei due capisce mai la tua fantastica creatività ecc…
Ma la verità è un’altra, non esiste un cliente migliore dell’altro, e per raccontartela ho deciso di fare ciò che ogni lavoratore sogna di fare: delegare a chi ne sa di più!
Quindi, dopo aver posato la mia penna decisamente astratta, invito sul ring due professioniste del Freelance Hub di ADCI che a suon di domande e risposte racconteranno il loro approccio con agenzie di comunicazione e aziende; sono Angela Trecarichi e Laura Bonelli.
Salgono sul ring…
Angolo agenzie: Angela Trecarichi | Angolo aziende: Laura Bonelli |
Ciao, chi sei? Come ti chiami e per chi lavori? | |
Ciao! Sono Angela Trecarichi, Creative Director & Designer. Collaboro con diverse aziende ma soprattutto agenzie, una tra tutte è Serviceplan Group Italia con cui ho una collaborazione piuttosto continuativa per il cliente A2A. | Ciao! Sono Laura e sono una Senior Copywriter freelance. Lavoro indifferentemente con agenzie e aziende, ma negli ultimi 4 anni mi sono avventurata ben più nella consulenza alle aziende. In questi panni mi sono capitati clienti di varie dimensioni: dalle multinazionali (per esempio Costa Crociere, Mozilla Firefox) alle scale-up nazionali consolidate (tipo Buddyfit e zeroCO2), fino a startup tecnologiche o impegnate per l’impatto sociale e ambientale, e ancora piccole realtà commerciali e no-profit nella mia regione di origine, la Liguria. |
Come si svolge la fase di briefing? Ti vengono date informazioni chiare? | |
Il briefing è senza dubbio una delle fasi più delicate e importanti, permette di raccogliere le corrette informazioni per sviluppare al meglio un progetto. Può capitare alle volte che le specifiche non siano molto dettagliate, ed è qui che occorre un po’ di esperienza e sensibilità per cercare di carpire più dettagli possibili evitando così di lavorare ‘a vuoto’ durante la progettazione. Di solito le account di Serviceplan, con le quali mi interfaccio su ogni singolo progetto, sono molto attente e scrupolose nel preparare un briefing dettagliato ed esaustivo volto a indirizzare correttamente lo sviluppo creativo. Altre volte, quando questo non è possibile, cerchiamo assieme di trovare la strada migliore da percorrere confrontandoci sulle richieste iniziali del cliente e sugli obiettivi di strategy. | Ottima domanda: dipende! Di solito con richieste piuttosto dirette via e-mail o in call, ma con meno giri di tavolo di quanto capiterebbe in agenzia. A volte confrontarsi subito col cliente è un grosso sollievo e a volte una bella responsabilità: magari ha bisogno di un suggerimento prima di procedere, magari non ha voglia di rischiare; magari sa di non avere fame, ma più voglia di qualcosa di buono e al brief o alla richiesta che sarebbe bene che ti inviasse ce lo devi fare arrivare tu. Questa, seppur a volte ostica, è una delle parti che preferisco: sento sempre una grande dignità nel riuscire a pormi davvero come consulente e a essere parte della definizione degli obiettivi insieme ai clienti, oltre che del loro raggiungimento. |
Quanto è importante la creatività nel tuo lavoro con questo tipo di cliente? E quanto invece la funzionalità e i risultati concreti? | |
In particolare sul cliente A2A la creatività è sicuramente mirata ad obiettivi concreti: argomenti molto tecnici devono essere semplificati da un kvisual chiaro, comprensibile e che semplifichi per quanto possibile il messaggio da veicolare che sarà a sua volta supportato da una head costruita con altrettanta ricerca e oculatezza. | Anche qui, dipende: dalle circostanze della richiesta, dalla dimensione dell’azienda, dalla sua fase di mercato, dalla sua solidità, ma soprattutto dalla sua cultura interna. Mi sono trovata in situazioni dove anche nella più limitata consegna di perfomance marketing ho avuto modo di sbizzarrirmi e divertirmi parecchio e altre in cui, pure per operazioni di brand awareness con ampio spazio di manovra e budget sufficiente per pensare in grande, le difficoltà a connettere i puntini nei reparti interni e le ritrosie a uscire dal seminato sono state davvero forti. Col tempo, uno dei miei motti preferiti è diventato “choose your battles”. Ci sono battaglie che non possono essere combattute in solitudine, anche se il proprio ventaglio di competenze inizia a somigliare a quello di un’agenzia all-in-one. E altre che è doveroso combattere e vincere, laddove ti accorgi che il cliente ha semplicemente bisogno di educazione. |
Come gestisci le tempistiche e le scadenze nei tuoi progetti? | |
Le tempistiche di consegna sono spesso molto serrate, per cui è necessario organizzare quotidianamente il flusso di lavoro e farlo coesistere con gli impegni personali senza arrivare possibilmente ‘strozzati’ a fine serata o a fine settimana 🙂 Riesco a gestire i vari progetti grazie a due planner, settimanale e mensile (rigorosamente cartacei!), che mi permettono di riordinare le idee a inizio e fine giornata, a pianificare al meglio i singoli progetti e a rispettare così le scadenze. | Per fortuna, con un certo grado di autonomia. Ho avuto la fortuna di incontrare diverse piccole aziende e altrettante medie e grandi aziende proattive e aperte, in grado di mettere noi consulenti in una posizione di co-gestione del progetto o persino di delegarci la roadmap per intero; altre magari meno pronte a esternalizzare il controllo, ma comunque affidabili nel project management. Prevedibilmente, capitano anche quelle situazioni in cui regna l’entropia ed è qui che noi freelance dobbiamo diventare abili nella gestione delle aspettative e nella creazione di confini sani. Tenere le antenne ben dritte e investire in un rapporto di fiducia e rispetto fin dall’inizio fa sempre una differenza gigantesca, e cogliere presto le eventuali debolezze organizzative da parte del cliente è utile anche a tutelarsi. |
Qual è la richiesta più comune che ti senti fare dai tuoi clienti? | |
Che il progetto rispecchi l’identità aziendale, elevandola tra i competitor, e che abbia un riscontro tangibile sul target stabilito. Quindi c’è di sicuro molta attenzione al ‘gusto visivo’ complessivo ma la creatività non può assolutamente prescindere dall’obiettivo strategico. | Sai che non sono certa di avere una risposta univoca a questa domanda? Ho un’offerta di servizi piuttosto variegata, che spazia dalla strategia di marca alle idee di campagna, dal copy pubblicitario al content e molto di ciò che mi viene chiesto dipende dalle esigenze contingenti dell’azienda. Sono una che trova pattern in tutto quanto e qui non saprei indicartene uno. |
Come vivi il tuo coinvolgimento nei processi decisionali? | |
In modo molto fluido, nel senso che essendo freelance da diverso tempo sono ormai allenata a partecipare e ad occuparmi attivamente delle varie fasi di sviluppo per cui spesso mi faccio coinvolgere anche emotivamente da un progetto: ho un animo molto passionale diciamo e tendo ad essere sempre molto presente e focalizzata sull’obiettivo da raggiungere. | Con una certa serenità. Sono una copywriter chill (*musichetta di Hinoki Wood*) che prende volentieri le redini quando gliele lasciano, ma quando trova un control freak nella stanza che non delega e non coinvolge i freelance nelle decisioni, non inizia una crociata. Curiosamente, quest’ultimo scenario mi capita molto più frequentemente con le agenzie che con le aziende e quando succede, in particolare con quelle piccole, faccio sempre un passo indietro e cerco di capire se il mio interlocutore abbia in effetti capito cosa sia e a cosa gli serva un copywriter. Ho nominato le aziende piccole per un motivo: quelle grandi che mi chiedono consulenza diretta, tendenzialmente hanno un grado di autoconsapevolezza, processi, ruoli e obiettivi già piuttosto chiari e incasellati. |
Quali sono gli indicatori utilizzati per misurare il tuo lavoro? | |
Oltre ai classici indicatori con cui tutti abbiamo quotidianamente a che fare, direi la soddisfazione del cliente e i feedback dei colleghi / referenti che lavorano con me. | Purtroppo, difficilmente si tratta di dati. Quando le analisi non costituiscono un ostacolo ma un supporto alla creatività, si possono fare cose pazzesche. Credo molto nella “creative effectiveness” e nel potere del nostro lavoro di cambiare le cose. Direi che i lavori che consegno si basano quasi sempre su indicatori arbitrari, ovvero i risultati delle misurazioni del personalissimo Figometro dei miei clienti – oppure di quelli del Puntascopio, nei casi pignoli. |
Quale consiglio daresti a un giovane freelance per affrontare al meglio questa realtà? | |
Non mi piace molto dare consigli perché credo che ognuno abbia la propria storia e il proprio percorso da scoprire. Posso solo dare la mia personale visione dell’essere freelance: devi sentirti freelance, profondamente, e difendere ogni giorno la tua professionalità. Ci saranno inevitabilmente periodi di stasi e periodi di intensa produttività, per cui bisogna imparare presto a gestire queste fasi alternanti del nostro mestiere senza mai perdere la fiducia nei propri mezzi. Dico questo sia per esperienza diretta sia perché parlando con altri colleghi mi è capitato di notare che spesso il ‘popolo’ dei freelance tende un po’ a sottovalutarsi, come se fossimo dei creativi di serie B… Ma non è assolutamente così, siamo semmai il jolly! Nelle agenzie ad esempio diventiamo un valido supporto esterno al team creativo; siamo capaci di offrire una visione differente su un determinato progetto; siamo versatili e poliedrici; riusciamo ad adattarci pur mantenendo il nostro stile e tratto inalterati. Direi che c’è tanto di cui essere fieri. | Prima di tutto, di trovarsi dei maestri: oggi sono sempre di più i ragazzi che nascono freelance senza ancora aver appreso il mestiere e la cosa peggiore che gli possa succedere è autoconvincersi di saper fare già tutto senza ancora averci capito un tubo. Io stessa, per un cavillo burocratico dei tempi del mio dottorato, iniziai presto la libera professione e i primi anni li trascorsi “a bottega” passando da un’agenzia a un’altra, semplicemente per farmi le ossa. Senza quel periodo di crescita sul campo in agenzia non sarei probabilmente stata in grado oggi di fare consulenza diretta alle aziende. Come seconda cosa, fare rete: non importa quante tecniche di new business impari a testare, curare il proprio network resta sempre la risorsa più preziosa e autentica per farsi conoscere e trovare opportunità. Terzo consiglio, imparare il prima possibile a diversificare il portafoglio clienti: viviamo in un mercato difficile e per sopravvivere è bene imparare presto a crearsi un giusto mix di entrate, soprattutto se si ha a che fare con le aziende. Last but not least… sembrerà banale, ma mettere tutto per iscritto e salvarsi sempre tutti i file di lavoro. In bocca al lupo! |
Come avrai letto le differenze ci sono ma non sono così marcate. Il mercato là fuori è estremamente variegato e, tra realtà piccole e grandi e clienti illuminati o ignoranti, la verità è semplice e unica: il cliente migliore è quello con cui ti trovi bene, che rispetta il tuo lavoro e, soprattutto, la tua professionalità. Ma questo ti succederà solo se sarai in grado di fare lo stesso.
E se, nonostante la nostra Wikifree, continui ad avere paura di fare il grande passo, sappi che nessun pugile diventa un (libero) professionista da solo. Per questo ti aspettiamo nel Freelance Hub di ADCI, pronti ad accoglierti per insegnarti i passi giusti per uscire vittorios* da ogni situazione. Per iscriverti e partecipare a tutte le iniziative dedicate ai Soci Freelance, come la directory mandata alle agenzie o le interviste Meet, puoi contattare Caroline Yvonne Schaper, il nostro super Segretario, oppure Luca Pedrani, Freelance Ambassador ADCI.
Tags: ADCI freelance hub, featured, freelance, how to, WikiFree