IL VALORE DELLA GENITORIALITÀ
Autrice Valentina Amenta
Come riesci a fare tutto con delle figlie piccole? Forse è questa la domanda che mi è stata posta di più in questi ultimi sette anni. Da quando sono diventata mamma di Matilde e poi di Ludovica.
Si riesce. Rispondo io.
Si getta il cuore oltre l’ostacolo, mi ripeto. Sennò, in Italia, un figlio non lo fai più. Un Paese che ha costruito un modello sociale che ha messo le donne davanti all’alternativa tra realizzazione professionale e maternità. Una scelta che ci ha portato in fondo alle classifiche, con uno dei più bassi tassi di natalità al mondo.
Perché oggi essere genitori non è penalizzato solo da questo modello organizzativo ed economico sbagliato, ma anche da un gap culturale old style. L’essere genitori (sì perché non è nemmeno giusto relegare i padri sempre all’invisibilità) deve essere riconosciuto come valore collettivo per l’intero Paese. Da stato e aziende in primis. Perché oggi si scelga il Paese in cui vivere o il posto di lavoro anche in base a questo.
Perché essere genitore è una dote in più: resistenza alle pressioni, multitasking, arti diplomatiche, pazienza infinita e allenamento alla privazione di sonno. Io personalmente l’ho aggiunto al mio cv. Non ho un segreto per quel “Come riesci a fare tutto”. Ho avuto degli esempi positivi nella mia carriera con capi che erano genitori e altri che non lo erano ma che riuscivano a capire le difficoltà, senza penalizzarle. Sono stata tenace (anche con poche ore di sonno) e non ho mai creduto nel mito di Eva contro Eva. Sì, perché credo nell’aiuto reciproco e nel valore della genitorialità.
Ancora di più oggi, giorno della festa della Mamma dove ogni social è invaso dalle parole di Elisabetta Franchi e le polemiche che ha scatenato. Per questo auguro a tutti di vedere nell’essere genitori, l’opportunità di essere delle persone migliori.
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