Mandate più giovani a Cannes.
di Giovanni Pagano.
Non c’è niente da fare, ragazzi. Da sempre Cannes è stata preferibilmente usata dalla pubblicità italiana come occasione di PR o come fringe benefit appannaggio dei notabili delle agenzie, magari dispendiosamente alloggiati al Martinez o Equivalenti. Scopi talmente superflui che giustamente, perdurando la crisi, queste spese sono state tra le prime ad essere tagliate: oggi è sempre più raro incontrare italiani al Palais o, come avveniva di gran lunga più spesso, sulla Croisette o alla “spiaggia rosa”.
Ma il vero motivo per cui comunque un po’ di soldi per Cannes invece le agenzie dovrebbero tirarli fuori è l’impatto entusiasmante e il significato che il Festival ha nei confronti dei ragazzi. Arrivo addirittura a pensare che, nonostante tutto il materiale che al giorno d’oggi può essere reperito su internet, un ragazzo che non sia mai stato a Cannes non possa essere un creativo completo. Gli manca l’investitura, il ballo del debutto, il confronto col tanto di più (e tutto assieme) che accade all’estero in termini di passione e coraggio nella sperimentazione, gli manca il senso di coinvolgimento in un fenomeno e in un’evoluzione che si allontana sempre più dalle pallide imitazioni nostrane.
Amministratori delegati e direttori creativi italiani dovrebbero sì prendere in considerazione l’ipotesi di rinunciare alle loro costose trasferte, ma per investire (molto meno) danaro mandando i ragazzi al posto loro. Dategli due euro per mangiare e ammassateli in appartamentini affittati per cifre irrisorie, e li farete felici. E soprattutto, li farete creativi completi.
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