Cric: un sobrio (quasi) resoconto.
Da Cannes, Clem e Davide (Cric)
Siamo appena tornati da Cannes, più sconvolti che mai per questo premio che ci ha colti alla sprovvista e, soprattutto, per i fiumi di alcool che hanno seguito la premiazione.
Siamo arrivati con un solo obiettivo: lo Young Director Award, su cui puntavamo tutto.
Lo diciamo con un pizzico di ingrata delusione, un po’ come per i giovani leoni. I due premi che più sentivamo nostri non li abbiamo vinti, ma a quanto pare anche noi che siamo definiti “sognatori” stavolta non abbiamo saputo sognare in grande.
Vogliamo ringraziare tutto l’adci a partire da te, Massimo, che ci hai sostenuti dall’inizio, ma anche Ted, Vicky, Bruno e i nostri ex colleghi della Lowe e della NewPartners. So che piace sempre fare polemica, ma non bisogna dimenticare che le critiche che ci vengono mosse sono vere: siamo dei fottuti buonisti e sappiamo di aver ricevuto tanto da molti, in esperienza, incoraggiamenti e calci in culo. Grazie anche a tutti quelli che ci hanno chiamato ingenui, raccomandati, sempliciotti e fuochi di bengala. Grazie perché ci date grinta e voglia di spalmarvi in faccia altri lavori di qualità che vi facciano rosicare ancora di più (e magari diano qualche stimolo anche a voi).
A tutti quanti mandiamo un abbraccio e vi assicuriamo che non ci monteremo la testa in ogni caso, che si continui a vincere premi o che si sparisca nell’oblio, Possiamo comunque dire che questa esperienza a Cannes ci ha dimostrato che vincere un premio è elettrizzante e mette in corpo una sana competizione, ma anche che basta fare un passo indietro per rendersi conto che è tutta paglia: i premi, le feste, le pacche sulle spalle e le luci sul palco.
A presto.
P.S.: Come promesso A Massimo, vi mandiamo una foto di noi un po’ brilli a Cannes