Postato il Mer 18 Ago 2021 da in IntervisteTransatlantic

TRANSATLANTIC: CROSSING TIFFANY ROLFE’S OCEAN

Autore Simone Nobili


C’è un biglietto di sola andata perso nei fondali di Tiffany. Destinazione Miami. C’è un volo di notte ed un colloquio di nove ore. C’è Alex Bogusky che l’accoglie in quella che sarà l’agenzia della decade e la fa volare fino al punto di non ritorno. 

Sono gli anni dorati della Crispin, Porter + Bogusky, le idee che travolgono il mare piatto dell’advertising e le onde di trasgressione di un pugno di creativi che lasceranno il segno. 

Tra di loro, c’è Tiffany. 

Poi da lì, viriamo verso Co:Collective, la prima volta come Chief Creative Officer, fino ad approdare alla R/GA nel 2018. 

Da qui il giro di boa più classico, quello che va da US CCO a Global CCO, una mossa che ha peso e sostanza.

Durante la traversata, Tiffany mi racconta del suo desiderio di allontanarsi dal centro, dal mezzo, ed esplorare gli estremi. Questa donna nata in Oklahoma, la terra di Dennis Hopper e la tempeste di polvere, non ha mai sopportato le cose che vivono nel mezzo e si è battuta affinché gli opposti vengano esplorati e le regole riscritte. 

Forse è per questo che il ruolo di CCO nell’agenzia di Bob Greenberg le sta benissimo, come quei vestiti che si portano con disinvoltura, che camminano con te, che si muovono quando ti muovi tu. 

Onestà intellettuale e pragmatismo sono le qualità che definiscono Tiffany. E poi c’è il focus, la concentrazione lucida, il non perdere di vista le priorità e i ruoli.

Questo oceano è da attraversare con il sorriso sulle labbra, perché ti mette di buon umore e ti fa credere ai biglietti di sola andata. Quelli dove il ritorno non e’ contemplato e il sogno si fa per davvero, e diventa vita vissuta.