Postato il Mer 2 Giu 2021 da in IntervisteTransatlantic

TRANSATLANTIC: CROSSING JOHN MESCALL’S OCEAN

Autore Simone Nobili


C’è poco da scrivere su John Mescall, perché le parole si sono arruolate nello squadrone degli elogi e stanno marciando da anni al suono di “Dumb ways to die.” 

John fu la mente dietro una delle più famose campagne pubblicitarie che la storia della creatività applicata al business ricordi. Perché attenzione, questa non è arte e nemmeno autostrada per cervelli in corsa. È una metodica applicazione creativa a problemi di marketing. 

John lo sa e per questo ha preso di petto la regola “good is the enemy of great”. Non ci sta, non capisce questa ossessione per il “great”, lo prenderebbe a martellate pur di disfarsene, sparpagliarlo e decomporlo. 

John preferisce l’anticonformista e l’asimmetrico del processo creativo. È proprio così che nacque “Dumb ways to die.”

John chiamò a raduno la McCann di Sydney e disse a tutti di smettere di provare ad essere la migliore agenzia al mondo. 

Non sarebbero nemmeno potuti essere la migliore agenzia della strada dove l’ufficio aveva l’indirizzo, dal momento che Clemenger BBDO era a due isolati di distanza. 

Allora John rimescolò la grammatica delle vittorie e fece capire a tutti che si può vincere senza essere i più grandi, ma i più interessanti.

L’oceano di Mr. Mescall ormai da anni si estende a New York e di questi tempi pandemici a Woodstock, dove ha una casa e dove lavora a distanza. 

E con quei capelli da rock e l’aria di chi non sa che farsene delle regole, Woodstock mi sembra il posto migliore dove gettare l’ancora.

Salpiamo e andiamolo a trovare.