Postato il Mer 22 Giu 2022 da in ADCI StrategyCannes LionsEssentialsRiflessioni

What happens in Cannes doesn’t stay in Cannes

Cronaca random e assolutamente personale di una strategist a Cannes.

Per vivere intensamente tutte le giornate del Festival di Cannes bisognerebbe avere 10 vite e altrettanti ricambi di camicia. Io umilmente (e anche perché generalmente non indosso camicie) ho costruito la mia agenda scegliendo le cose più ispiranti per me, che di lavoro faccio la strategist, preparando un programma che mi lasciasse anche lo spazio necessario all’idratazione (alcolica e non).

Condivido tre degli appuntamenti che ho seguito lunedì 20 giugno e alcuni degli spunti chiave che mi sono appuntata. Disclaimer: sono la mia personale selezione di eventi e non quelli che avrebbe seguito un creativo? Chapeaux. Sono piaciuti a me ma potrebbero non interessare a voi? Chapeaux. Direi che sono i migliori interventi che potevo condividere sul blog ADCI? Assolutamente no. Mia opinione personale, sbaglierò, amen. Per me è la qualità, la raffinatezza.

Garry Kasparov and the imperative for brands to act now.

Ascoltare Garry Kasparov che – dopo 15 anni da campione del mondo di scacchi – condivide il suo pensiero lucido e appassionato sulle mosse di Putin e l’importanza di agire ora in supporto alla causa Ucraina, è il modo migliore per cominciare questo Festival di Cannes. Ma visto che di Kasparov vi parleranno tutti, io vi parlo di chi lo ha introdotto: Richard Edelman (il CEO di Edelman, che quando viene introdotto sul palco dal classico “ladies and gentlemen, Richard Eldeman!” esordisce con “in fact, I’m Richard Edelman“, e io spero di poter copiare presto in qualche speech questa apertura – per rimanere in tema scacchi) ha parlato di come la fiducia nei confronti di una marca oggi possa realmente oscillare a causa di scelte politiche e sociali, portando per esempio evidenze di come la fiducia nei confronti delle Marche che sono uscite dalla Russia sia generalmente cresciuta del 31%, mentre chi è rimasto nel Paese ha visto la propria trust scendere fino al 38%. Wow. Tutto ciò fa parte della grande onda culturale del Brand Activism, già avviata ben prima della guerra e della pandemia: per le persone, le Aziende oggi sono le più probabili forze motrici di un cambiamento sociale o economico, perché hanno la forza verticale e trasversale per agire a tanti livelli contemporaneamente, molto più di un Governo. La cara vecchia storia del da grandi poteri, derivano grandi responsabilità.

Vi metto una foto di Kasparov invece che una di Edelman perché so che siete curiosi di vedere che faccia ha uno scacchista famosissimo.

Marc Mathieu on building a better Internet with Web3.

SVP e co-founder di Web3 Studio, proprietà di Salesforce, Mathieu è stato anche Chief Marketing Officer at Samsung Electronics America e Global SVP Marketing di Unilever. Questo per dire che non è solo uno che gioca con le blockchain. Del suo intervento, che aspettavo con curiosità, ho sentito solo le domande perché mi sono persa dentro al Palais e sono arrivata tardi. Però mi è bastato per ascoltare uno scambio molto interessante rispetto alla domanda del pubblico: “chi bisogna attivare in agenzia per far succedere davvero il web3, NFT, blockhain e via dicendo?”. Risposta di Marc (che ha un po’ deluso i creativi, diciamocelo): vi serve parlare con un bravo CFO – perché gestire le crypto è la base di qualunque attività su web3 – e con vostro capo Legal, perché state per entrare in un ginepraio dove tutto è ancora estremamente borderline. Insomma, un po’ come a dire che siamo nella fase fondativa di questo mondo, e senza questa parte è un po’ difficile che qualunque idea creativa possa avere le gambe per correre.

Cindy Gallop on re-designing the agency model.

Se non sapete chi sia Cindy Gallop non vi preoccupate, non lo sapevo neanche io ma da ieri sono diventata una Bimba di Cindy. Ve la lascio googlare così non vi annoiate. Gallop ci ha portati attraverso un workshop live per dimostrarci quanto i modelli di agenzia che diamo per assodati siano in realtà convenzioni che ci portiamo dietro da eoni di storia delle agenzie, spesso ripetendo flussi e meccanismi nati in epoche dove il business model era molto, ma molto, e aiutatemi a dire molto diverso. Quindi? Coraggio, lucidità e RADICAL SIMPLICITY sono la ricetta per ridisegnare agenzie e luoghi di lavoro dove veramente si possa “essere più creativi, guadagnare cifre sfacciate di denaro e allo stesso tempo essere più felici come essere umani“.