Midjourney: l’intelligenza artificiale che ti dà la bacchetta magica

Midjourney, l'intelligenza artificiale che entra nelle vite degli Art Director

Come funziona l’intelligenza artificiale di Midjourney, uno dei software di creazione immagini tramite AI? E come può cambiare la vita di un art director? Abbiamo cominciato ad esplorare il tema dell’intelligenza artificiale applicata all’esperienza quotidiana degli art e dei designer grazie alle riflessioni di Nicola Cellemme, condivise qui sul blog di ADCI. Continuiamo ad approfondire questa nuova frontiera attraverso il punto di vista di altri soci che stanno sperimentando questi nuovi software. Ecco l’esperienza con Midjourney di Francesco Guerrera, Socio ADCI e CCO di Different.

Apocalittici o Integrati?

Ricordo molto bene il dibattito durante le lezioni di Semiotica all’Università. Già Umberto Eco nel lontano 1964 si poneva il problema dell’impatto della cultura e, soprattutto, dei mezzi di comunicazione di massa.

Dal canto mio ho sempre vissuto i grandi cambiamenti legati alla massa in maniera abbastanza apocalittica. E devo dire che gli ultimi 10 anni non hanno contribuito a un cambiamento di punto di vista. Certo, faccio un lavoro che alimenta largamente questa forma di alienazione data dall’overload di comunicazioni e contenuti, ma provo sempre, nel mio piccolo, a trovare un lato artigianale in tutto quello che faccio, così da poter vivere in un costante stato di “sorpresa” e quindi evitare quella alienazione tipica degli Apocalittici.

Potete quindi ben immaginare lo stato di esaltazione che sto vivendo in questa lunga e caldissima estate, potendo finalmente mettere alla prova una Lab AI come Midjourney sulla creazione di immagini!

Prima però di affrontare questo delizioso argomento, soprattutto se considerate che nonostante io sia un Art Director i miei disegni sono molto più brutti di quelli di mia figlia, è interessante fare un piccolo passo indietro, almeno nella mia personale esperienza con le AI.

Primi contatti con l’AI: DeepFake

Il mio primo contatto é stato nel (sembra) lontano 2018, quando peregrinando tra le mie ricerche di trattamenti, inciampai in un DeepFake.

Si trattava di questa ricostruzione, attraverso un’AI, di un pezzo del film Shining dove Jack Nicholson era stato sostituito con Jim Carrey!

Sul momento non potevo credere che avessero rifatto tutto il film, frame per frame, ed ero così ingenuo da non capire l’impatto e la figata che avevo davanti. Poi, condividendo in studio il filmato, scoprii che un montatore che lavorava con me stava sperimentando già da mesi con un’open source AI per il Deep Fake e mi fece vedere come funzionava il meccanismo. Ore di codice complicatissimo, giorni di elaborazione per risultati non sempre gradevoli, men che mai attraenti, ma il gioco era davvero intrigante.

Solo per capirci, qui potete vedere un video di come l’AI analizza milioni di foto di Jim Carrey per poi sostituire la faccia nel filmato originale.

Arriva Midjourney, e si cade dalla sedia

Stacco, estate 2022 mi capita su non ricordo quale timeline (credo LinkedIn) una sequenza di immagini prodotte con Midjourney. Credo di essere letteralmente caduto dalla sedia.

A giugno, Midjourney era in fase Beta con sottoscrizione a richiesta e mi ci sono voluti ben 17 giorni di attesa prima di poter mettere mano al mio primo prompt.

Il resto è stato amore totale e addiction senza precedenti (a parte la calligrafia ovviamente).

Un turbine di idee, ricerche, domande e tentativi mal riusciti.
Come sempre, quando si approccia a una nuova tecnologia, ci sono – come le chiamo io – tre fasi: Adcazzum, Occhiaie, Lucidità.

Fase 1: Midjourney Adcazzum

La prima è ovviamente quella che sta capitando a tutti quelli che si stanno approcciando in queste ore a Midjourney. Cose scritte a caso per vedere se quella bricconcella di Intelligenza Artificiale capisce cosa ho in mente. Il risultato la maggior parte delle volte fa ridere e ci fa dire “lo sapevo, l’ennesimo ClubHouse da nerd che non supererà l’estate”.

Fase 2: Midjourney e Occhiaie

Poi però, per curiosità, si butta un occhio a quello che stanno elaborando gli altri utenti di MJ e lì parte l’embolo! Ma come è possibile che alcuni ottengano risultati a dir poco incredibili? Ecco che partono le occhiaie, perché tra ricerche e tentativi di emulazione passano ore ed ore e si cominciano a vedere i primi risultati davvero sorprendenti.

Fase 3: Midjourney e Lucidità

La terza e definitiva fase è quella in cui, almeno il sottoscritto, comincia a pianificare il lavoro. Si mettono in file le idee, si tira fuori il buon vecchio block notes e si cominciano a creare sequenze di immagini, ovvero a creare dei progetti.

Negli anni infatti ho capito che è assolutamente inutile imparare a usare un qualunque tool, che sia un pennino calligrafico o che sia Cinema 4D o MJ, se non si ha in mente un progetto dove applicare la conoscenza. Perdere ore per ottenere una singola immagine non serve a nulla, men che mai al nostro ego da Creativi. Senza progettualità non si può dire che si stia facendo un progresso nella curva di apprendimento di uno strumento qualunque.

CGI artist o DEV?

Superate queste tre necessarie fasi comincia il divertimento, la comprensione del linguaggio macchina diventa come Matrix – le stringhe di codice e punteggiature strane aprono mondi ed elaborazioni sempre più vicine all’idea che si aveva in testa.
Chi sintetizza definendo queste AI collaborative come un semplice “io scrivo, tu fai” non ha capito quanto sia sofisticato questo strumento e soprattutto non vede (per ora) la potenzialità di applicazioni in tutti i campi che coinvolgano una elaborazione visiva creativa.

Non è un caso, infatti, se la maggior parte di coloro che stanno ottenendo risultati incredibili sono CGI artist o DEV: serve un approccio molto sintetico e creativamente nuovo per ottenere un’immagine che abbia le caratteristiche corrette.

Le applicazioni pratiche di Midjourney per un art director

Io ci vedo, al momento, tre livelli di applicazione, ma ogni giorno ne aggiungo altri in base all’utilizzo.

  1. Moodboard: ho già usato in 2 mesi Midjourney come provider di mood per brieffare fotografi o illustratori. È incredibile, se usato bene, come si possa ottenere un’immagine che ha un mood perfetto per quello che ho in mente, da dare come riferimento. L’immagine prodotta da MJ non è utilizzabile per campagne (non almeno con un approccio prettamente commerciale) ma è potentissimo come aggregatore e concretizzatore di idee;
  2. Inspiration: dietro Midjourney c’è Discord come piattaforma di utilizzo ed è incredibile la differenza tra le community degli altri social con questa. Gli utenti sono incredibilmente aperti allo scambio e alla condivisione. Girovagare tra i vari thread è una fonte di ispirazione davvero potente per un Art;
  3. Produzione: sì, alla fine si può anche pensare di creare campagne, ma siccome non siamo su Discord, col cavolo che vi dico come o cosa ho pensato 😉

Progetti in corso

Al momento ho prodotto più di 400 immagini utilizzando Midjourney ed ho messo in fila 3 progetti che mi piacciono. Brandpocalipse con 5 soggetti, Wild Gods con 9 soggetti e MidType con 11 lettere… ma questo progetto è ancora in corso.

Brandpocalypse, progetto di Francesco Guerrera generato con l'intelligenza artificiale Midjourney
Brandpocalypse – Francesco Guerrera
Wild Gods, progetto di Francesco Guerrera generato con l'intelligenza artificiale Midjourney
Wild Gods – Francesco Guerrera
Mid Type, progetto di Francesco Guerrera generato con l'intelligenza artificiale Midjourney
MidType – Francesco Guerrera

Al momento mi sto concentrando molto su uno dei miei grandi amori, ovvero la Typography, e questo per diversi motivi, uno su tutti il fatto che sembra essere davvero complicato trovare una sequenza di prompt che mi faccia ottenere il tipo di Font che voglio e l’effetto che sto cercando. Ho speso parecchi minuti (il lavoro su Midjourney si calcola in minuti) per ottenere quello che vedete e sono soddisfatto la 30%, ma come dicevo prima, il progetto è quello che conta… la strada da percorrere è la parte divertente e che sia fatta di inchiostro o di aggregazione di pixel poco mi importa. Io mi diverto lo stesso.

#VitaDaArt

Francesco Guerrera