BEST OF PRIDE 2024 – Pubblicità… progresso?
di Fabio Lettieri
Molti anni fa, e forse ancora adesso, in TV, dopo una pubblicità commissionata dal governo che trattava argomenti importanti per tutti noi, come ad esempio, bullismo, AIDS, droga, violenza sulle donne, etc. appariva un logo blu con una grande P nel centro che citava: ‘Pubblicità Progresso’.
Ora pensando a cosa avrei voluto condividere con questo articolo dedicato alle pubblicità del Pride 2024, mi è balenata in mente una sola di queste che potesse essere veramente accompagnata da quel logo blu che appariva in TV anni fa. Sto parlando dello spot “Che è successo?” di Idealista brand spagnolo leader dal 2012 negli annunci immobiliari. Società fondata da tre fratelli che sentono molto forte e vicina la tematica gay, tanto da iniziare un percorso in comunicazione 5 anni fa, trasformando il pride month in un appuntamento annuale nella loro comunicazione, che anno dopo anno mette in scena diversi soggetti.
Le ragioni per le quali la scelgo come solitaria rappresentante, in Italia, del momento pubblicitario del Pride 2024, sono le seguenti:
L’aderenza della comunicazione, rispetto al brand e il claim ‘L’amore gioca in casa’, sono coerenti con il business dell’azienda.
✔ Lo spot è interessante e, a mia memoria, è uno dei pochi, in Italia, che fa ‘entrare’ il mondo LGBTQIA+ in un angolo di vita finora considerato da ‘veri maschi etero CIS’, che è il calcio, e abbatte gli stereotipi dell’immaginario della persona gay di solito visualizzata come i personaggi del film ‘Il vizietto’, che si vestivano di piume e strass e parlavano con voce in falsetto.
✔ Il breve filmato ha scatenato le ire dell’ex senatore Simone Pillon che stava guardando la partita con la sua famiglia e si è indignato perché lo spot era in fascia protetta: “davanti ai bambini”.
✔ Il putiferio scaturito da un post su X di Pillon non è stato cosa da poco: “basta frociaggine in prima serata” “fate queste cose quando non vi vedono i bambini”.
✔ E, udite, udite… il post di Pillon, che chiedeva la rimozione/posticipo orario di quella pubblicità, è stato oscurato da X in quanto illegale o offensivo.
Considerato quanto sopra, la P di Pubblicità Progresso la vedo splendere, nel suo campo blu, perché siamo contenti che il post sia stato oscurato e che la maggioranza dell’opinione pubblica abbia esultato quando ciò è successo.
Quella stessa splendente P, però, non è per me tanto progressista e fa un po’ tristezza quando ci si rende conto che siamo ancora nella fase in cui, se includiamo due persone dello stesso sesso che si baciano in uno spot, qualcuno (politico o no che sia) condanna la cosa pubblicamente come se fosse stato violato un diritto umano essenziale.
Cosa fare? Come possiamo impedire che condanne e rimostranze ingiustificate, come quella di Pillon, si replichino e diano adito a comportamenti ingiusti e illegali? Come possiamo abituare il pubblico al mondo LGBTQIA+, dandolo quasi per scontato e non più argomento di inutili discussioni?
Mia mera opinione e suggerimento: non dobbiamo fermarci, mai. Questo è sicuramente un piccolo passo nei confronti del grande cammino che ci aspetta ma che è rincuorante e, casting dopo casting, claim dopo claim, spot dopo spot, campagna dopo campagna potremo sicuramente far oscurare tanti post ostracizzanti e negativi che non rappresentano la Pubblicità Progresso del nostro paese.