Un Leone a Novegro
Ho trovato splendida questa operazione Saatchi&Saatchi per la Giornata della sindrome di Down. Sarebbe altrettanto splendido, secondo me, se l’anno prossimo anche altre agenzie chiedessero ai propri clienti di aderire al progetto. Sotto il video trovate il racconto di Luca Lorenzini, autore con Luca Pannese della campagna.
Stavolta non è stata una lampadina. L’idea è stata un lampo.
“Non limitiamoci a parlare dell’integrazione delle persone con sindrome di Down, realizziamola davvero!”
Ok, bel lampo. Per portare il progetto in fondo, però, ci sono voluti 8 mesi di pioggerellina insistente.
Non c’erano soldi, come difficilmente ci sono quando si parla di campagne sociali (come difficilmente ci sono, in generale). L’unico favore che potevamo chiedere ai vari professionisti era quello di donarci del tempo. Prezioso anche quello, certo. Ma forse più semplice da spendere.
Lo abbiamo chiesto ai nostri creativi, ai nostri account, ai nostri producer. Lo abbiamo chiesto ai nostri clienti. Lo abbiamo chiesto alle case di produzione, ai registi, ai fotografi. Lo abbiamo chiesto a circa duecento persone. E, alla fine, raggranellando un minuto qui e un minuto lì, siamo riusciti a realizzare qualcosa che all’inizio sembrava impossibile.
Eravamo fieri di questo che consideravamo un bel pezzo di comunicazione. E, nel nostro complimentarci a vicenda, rischiavamo di dimenticarci del vero motivo della campagna.
Poi, un sabato, in un albergo di Novegro, abbiamo presentato il progetto all’assemblea di CoorDown.
“Che palle, proprio di sabato…”
L’audience era composta dai presidenti delle varie associazioni aderenti al Coordown. O, detta in un altro modo, era composta da genitori di persone con sindrome di Down. Abbiamo mostrato il video di presentazione (speakerato da me, il che certo non aiutava). Un genitore in prima fila ha alzato la mano e ha parlato con la voce rotta:
“Non ho mai creduto possibile l’integrazione per mio figlio. Oggi, per la prima volta, ho avuto una speranza. Per la prima volta ho visto mio figlio normale. Grazie.”
È così che abbiamo vinto un Leone a Novegro.
(Luca Lorenzini)
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