Postato il Gio 4 Mar 2021 da in IntervisteTransatlantic

TRANSATLANTIC: CROSSING SUSAN HOFFMAN’S OCEAN

Autore: Simone Nobili

Inafferrabile Susan. Con la leggerezza del sorriso sposta le parole da una parte all’altra del discorso, punteggiando le frasi di idee, mezze idee e pensieri sgangherati senza mettere punto al fiato.

Susan Hoffman, onorata con il Clio Awards Lifetime Achievement, 37 anni trascorsi alla Wieden + Kennedy, impiegata numero 8 dell’ufficio di Portland, protégé di Dan Wieden che la volle a tutti i costi e che gli scrisse una lettera dolcissima pur di tenerserla in squadra per sempre.

La mandarono ad Amsterdam ad aprire l’ufficio di Wieden+Kennedy e poi a Londra. Se vi capita di passare da quelle parti, ricordatevi che Susan è stata la scintilla che ha fatto partire il motore che ha macinato chilometri di storia della pubblicità.

Mi sembra quasi impossibile averla qui davanti a me, con i suoi occhiali dalla montatura rossa e un pragmatismo di gomma che fa rimbalzare tutto ciò che non le interessa.

Lei è la storia della Wieden e pur di toccare con mano il segreto della più premiata agenzia di questo pianeta, le sferro colpi bassi. Come quando le dico che “Fail better” è una frase rubata a Samuel Beckett e ridotta a motto da Dan Wieden.

Si mette a ridere, prende il colpo basso e me lo rilancia imbottito di ottimismo.  Così adesso capisco su quale onda viaggia la sua creatività.

Susan Hoffman, Chairman di Wieden + Kennedy, parla senza coordinate e mi racconta di quando perse quasi il lavoro perché Londra non è Portland ed aprire un ufficio lì è come passare da fiume ad oceano.

Allora godetevi il suo, di oceano. E sappiate che la persona che vi sta parlando dalla finestra di zoom è considerata una delle punte di diamante della creatività mondiale.