L’Assemblea Adci di domani e sette ragioni per non votarmi.
Domani, sabato 22 febbraio, mi candiderò alla Presidenza dell’Adci anche per il prossimo triennio. I non Soci potranno vedere l’Assemblea Adci, dalle 10.30 circa, QUI.
Questi i nomi dei miei compagni di squadra per la formazione del Consiglio Direttivo:
Karim Bartoletti, Gabriele Cucinella, Davide Boscacci, Francesco Guerrera, Nicola Lampugnani, Massimiliano Maria Longo, Matteo Maggiore.
Per quanto riguarda la figura del Segretario, per la prima volta non sarà un creativo. Caroline Yvonne Schaper è un account.
Rispetto a tre anni fa sono cambiate alcune modalità nel mio modo di presentarmi all’Assemblea elettiva.
Non ho illustrato il programma con un mese di anticipo e quando con gli altri compagni di squadra abbiamo cominciato a discuterne pubblicamente, è avvenuto attraverso la stampa del settore e non la blogosfera.
Questo cambiamento è dovuto a tre semplici ragioni.
1. Ho invitato, due settimane fa, eventuali altri candidati alla presidenza del Club a utilizzare il blog Adci, per lanciare il proprio programma.
Non è successo nulla.
Usare io, Presidente in carica, questa sede virtuale, mi pareva un po’ “berlusconiano”.
2. Il programma verrà illustrato, all’Assemblea dei Soci, direttamente dai candidati al ruolo di Consigliere. Ciascuno di loro assumerà, di fronte ai Soci, un impegno rispetto al proprio specifico punto programmatico.
3. Come avevo spiegato all’Assemblea che mi elesse tre anni fa “non vi sto dicendo che realizzeremo tutti questi punti nel corso dei prossimi tre anni, ma penso che sia da coglioni non iniziare a perseguirli”.
Anche per questo mi è parso più opportuno usare gli ultimi mesi del mio mandato cercando di fare, più che spiegarvi cosa avrei fatto, se rieletto, nel triennio successivo.
Ho cambiato idea sul mio secondo (eventuale) mandato. Avevo dichiarato che avrei lasciato.
Non ho cambiato idea sui punti del mio programma originario.
1) Ritrovare l’identità corale e le ragioni che ci uniscono. Perché solo l’associazionismo può offrirci oggi la possibilità di tornare ad avere il ruolo che ci spetta: protagonisti della comunicazione.
Ritengo che su questo punto si siano fatti notevoli passi avanti. Nelle due ultime giurie e nel gruppo Goodfellas (attraverso il quale abbiamo fatto sistema per contare di più a Cannes) ho visto la parte migliore dei Soci: competenza, talento e voglia di condividerli nell’interesse comune. Questa candidatura è in qualche modo “figlia” dell’esperimento Goodfellas. Al di là di chi poi abbia deciso di candidarsi, dietro c’è una seconda linea pronta a supportarci nel corso dell’eventuale mandato.
2) Restituire dignità e valore al nostro lavoro. Dobbiamo recuperare credibilità e autorevolezza attraverso un dialogo e un confronto continui con il mondo delle aziende.
Da Upa abbiamo avuto qualche segnale incoraggiante. Ma c’è ancora molto da fare. Lavorare con Assocom potrebbe aiutare.
3) Tornare a essere considerati operatori culturali. Come lo eravamo quando intellettuali del calibro di Eco ci chiedevano di scendere in campo e partecipare a temi di rilevanza assoluta per la società civile.
Abbiamo fatto passi avanti. Siamo stati spesso coinvolti in interviste su testate orizzontali, online e offline. Anche riguardo alla tematica “campagne sessiste”, si cominciano a fare distinzioni tra Soci Adci e il resto del mazzo dei pubblicitari.
Presidente della Camera e Vice Presidente del Senato (attuali…) ci hanno conosciuto e apprezzato il nostro impegno. Hanno anche ricevuto una copia del nostro Annual.
Con modalità differenti questo è un lavoro da proseguire.
Il Festival, come momento per condividere cultura della comunicazione, con tutti i player della nostra industry, può essere molto utile. Davide Boscacci e Nicola Lampugnani si impegneranno in prima persona. Alcuni soci hanno già promesso un contributo concreto. Chiunque voglia mettersi a disposizione per sostenerli nella realizzazione del Festival può contattarli.
4) Diventare un reale punto di riferimento nella formazione dei giovani.
Grazie all’infaticabile Consigliere Mizio Ratti e al supporto di altri Soci, tra tutti cito Davide Rossi, siamo riusciti a fare molto. Matteo Maggiore, che si candida per questo compito ha un programma articolato e ambizioso. Ha già iniziato a lavorare per il Club negli ultimi mesi del 2013 (per esempio alla country selection under 29 di Eurobest). Avrà bisogno di supporto, le capacità e l’entusiasmo non gli mancano. Considero questo “ministero strategico”, per ragioni di responsabilità sociale e per la sopravvivenza del Club. Chi volesse sostenere Matteo, non solo con il voto, lo contatti in caso di elezione.
5) Essere un punto di riferimento per tutti i creativi, colleghi soci e non, anche per quanto riguarda gli aspetti economici, gestionali, pratici ed etici.
Manifesto Deontologico Adci, dirette web con consulenti del lavoro, prese di posizione pubbliche nei confronti di certi bandi di gara particolarmente demenziali, sono stati in questo senso utili. Il sistema sta franando?, cambiando?, evolvendo?. Scegliete voi il termine. Ma diventa cruciale evitare l’imbarbarimento, la perdita di cultura. Non intendo il termine “cultura” come aspetto meramente intellettuale. Più pragmaticamente la vedo come “serbatoio di memorie delle buone pratiche tecniche, gestionali ed etiche che ogni generazione dovrebbe trasmettere a quella successiva”.
Se non diffondiamo Cultura della comunicazione non rispettiamo il nostro scopo statutario. Anche da questo punto di vista considero strategico Il Festival, la cui organizzazione per quanto riguarderà Adci fa capo ai già citati Boscacci e Lampugnani. Anche loro avranno bisogno di molto supporto.
Non lasciateci soli.
6) Avere un Annual realmente utile agli scopi comuni.
Se il nostro scopo è diffondere cultura della comunicazione, nemmeno questo mio mandato ha centrato il punto attraverso l’Annual. Malgrado l’impegno e gli sforzi eroici (ancora grazie!) di Barbella prima, e Manfroni poi.
La diffusione del nostro Annual dovrebbe essere nell’ordine di grandezza delle migliaia. Francesco Guerrera ha idée e un progetto a riguardo. Già il coraggio di provarci merita voti prima e supporto concreto dopo.
Valori che vanno accostati al marchio Adci
Continuo a pensare che ogni nostro atto pubblico, ogni nostra iniziativa dovrà avere in sé una potenziale notizia “utile” a caricare la marca ADCI di questi 4 valori: Apertura, Trasparenza, Rilevanza, Consistenza.
Da questo punto di vista, è strategico il “ministero digital”, attribuito a Massimiliano Maria Longo e Gabriele Cucinella.
Se già nel Consiglio Direttivo uscente c’erano buone competenze in campo, l’attuale rosa è stata ulteriormente rafforzata.
A rafforzare le relazioni esterne ci saremo io e Karim Bartoletti.
Alcune precisazioni.
La mia presunta deriva sindacalista.
Non sono un sindacalista. Né ritengo che il Club possa o debba diventare un sindacato.
Ma come piccolo imprenditore continuerò a prendere solo i collaboratori che mi posso permettere di inquadrare e pagare correttamente. E come Presidente del Club continuerei a dire che questo è il modo più concreto di valorizzare la creatività. Perché se non pagassi chi la produce, sarei il primo a non darle valore.
Le mie condizioni – 7 ragioni per cui non votarmi
Ne ho discusso con la mia squadra, Vice Presidente innanzitutto. Lo faccio ora con voi Soci.
1. Apertura e Trasparenza del Club. Non sono disposto a tornare indietro sul fatto che il Club debba restare aperto, come da modifica statutaria votata dall’Assemblea nel dicembre 2012; le giurie restano più allargate rispetto ai 5 anni che precedettero il mio mandato e la votazione dei lavori iscritti all’Award dovrà avvenire “alla luce del sole” e non essere segreta.
2. Rimangono le modifiche statutarie che hanno riequilibrato i poteri tra Consiglio Direttivo e Probiviri, a favore di questi ultimi.
3. Il mio impegno. Non supererà le 500 ore annue. Essere Soci del Club significa condividere una visione, un’idea, e avere un voce che rappresenti pubblicamente gli interessi comuni, prendendo posizioni su aspetti che individualmente sarebbe più complesso, rischioso o faticoso sostenere. Essere Soci significa avere tutti gli stessi diritti, ma questo non comprende il possedermi e fagocitare la mia vita privata. Chiamarmi per chiedere conto di un lavoro non entrato nell’Annual, del non essere stato selezionato per la giuria dell’Adci Award o quella di Cannes, invitarmi a prendere posizione a destra e manca sui temi più disparati, attraverso i tanti canali social, (e questi sono solo alcuni esempi) sono comportamenti che non mi aiutano a essere efficace.
4. Il vostro impegno. Paghiamo tutti una quota associativa. Anch’io. È utile al Club intervenire pubblicamente su temi rilevanti. Ma oltre a supportarmi nel monitoraggio delle conversazioni, intervenite anche voi. All’interno del Club ci sono ottime “penne”, anche tra gli art director. Un bando di gara vi indigna? Oltre a chiamare Guastini perché non scrivete un pezzo? L’impatto è più forte se si interviene quando la conversazione è “calda”. Se mi aiutate a formare una task force di pronto intervento sarà più probabile avere una buona “penna libera” al momento del bisogno. Io ho in mente una lista di nomi tra Soci, ex Soci e blogger. Ma sentitevi liberi di proporvi.
5. Non limitatevi a propormi idée. Proponetevi per realizzarle. Una alla volta. La rinnovata formula dei Giovani Leoni fu un’idea di Davide Rossi. L’ha concretizzata pur lavorando a Shanghai. Perché voleva davvero farlo. Tra le tante proposte ricevute nel triennio, una a cui non avevo pensato e che mi piacerebbe realizzare l’ho ricevuta da Antonella Meoli. Una ricerca online per comprendere cosa si aspettano i marketer dai creatori di contenuti, e viceversa. Qualcosa del genere venne fatto (non online) nel 2003-2004, mi pare. Trovo l’idea utile. Ho bisogno di qualcuno che la concretizzi. Non di commenti acidi sul blog.
6. “Ma cosa fa e a cazzo serve l’Adci?”. È una domanda a cui risponderò solo quando mi verrà posta da un giovane ai primi passi. Tre anni fa sentivo tra i miei doveri quello di colmare un certo gap comunicativo da parte del Club. Questo conto, per quanto non personale, il mio mandato l’ha saldato. Cosa è, a cosa serve e cosa fa l’Adci l’ho indicato molte volte.
7. Siete scazzati? Non sono uno psicoterapeuta, solo un aspirante (forse) insegnante di Yoga. Non posso fare nulla per voi.
Le mie condizioni non sono negoziabili. Se una o più sono inaccettabili basterà non votarmi. Con 500 ore in più all’anno potrò fare un sacco di altre cose.
Chiudo prendendomi un’ultima libertà. Una dedica: Vaffanculo, Infaticabile. Se mi eleggono mi mancherai.