Postato il Lun 27 Feb 2012 da in La vita del Club

Il primo corto di Giuliano Garonzi (per Nike)

Vi segnalo il debutto alla regia live action di Giuliano Garonzi, con questo corto realizzato per Nike e nel quale ha diretto Enzo G. Castellari e Kobe Bryant. Ne ho approfittato anche per fargli qualche domanda sulla sua esperienza in Svezia.

http://www.youtube.com/watch?v=GVpHzPCXGNg

Nike Sporstwear – Milano Kalibro Kobe, di Giuliano Garonzi.

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Da quanto tempo sei in Svezia? E come ti è venuto in mente di andarci?

Sono in Svezia dall’agosto del 2010. Mia moglie è di qui e dopo 10 anni passati insieme in Italia abbiamo pensato di prenderci una pausa e tornare nel suo paese. Lei per perfezionare la sua professione all’università (è la producer del mio studio nonché una consulente di comunicazione con grande esperienza nella moda e nel design), io per respirare per un breve periodo un’aria diversa. Due giorni prima di partire, mentre impacchettavamo la macchina abbiamo scoperto di avere un bimbo in arrivo. Siamo partiti senza sapere quando e se saremmo mai tornati. Viktor è nato il 16 aprile del 2011 e siamo ancora qui, con nessuna voglia di tornare indietro. Sempre lo scorso aprile ho aperto qui il mio studio. Non ho voluto un nome e nemmeno un’etichetta. Si chiama come me ed è il mio studio.
All’interno ci faccio tutto ciò che so fare: film, animazione, design, alfabeti, fotografia, scultura.

Successo è una parola antipatica da utilizzare, ma i risultati che sei riuscito a ottenere sino a oggi mi portano a chiederti: che requisiti deve avere un creativo italiano per porsi l’obiettivo di fare un percorso analogo al tuo all’estero?

Dustin Hoffman dice di amare ciò che fai, di lavorare duro e di non precoccuparti degli errori che commetterai nel farlo. Per me non importa ciò di cui mi occupo. I miei clienti mi scelgono per l’amore che permea ogni mio progetto. Sono uno che ha scelto di faticare, di non avere dipendenti. Quando qualcuno mi commissiona un progetto, questi deve avere l’assoluta certezza che quel lavoro verrà concepito e realizzato da me. Di giorno, di notte, il sabato o la domenica.

Che consigli daresti a un giovane (per istat sono giovani sino a 35 anni) che voglia provare un’avventura all’estero?

Oggi per riuscire all’estero bisogna avere coraggio, dimenticarsi la paura, fregarsene della conoscenza delle lingue che tanto ci preoccupa nei curriculum. Molti di noi hanno paura del confrontarsi con i creativi degli altri paesi. Guardano il proprio portfolio e pensano di non valere nulla. Ciò che ci vende non sono i nostri lavori ma la nostra conoscenza, la nostra parola, i nostri occhi pieni di coraggio, la nostra paura di niente.

Facciamo anche dei nomi: c’è qualche creativo italiano che secondo te avrebbe le caratteristiche per provare un’esperienza oltre i nostri asfittici confini?

Mauro Gatti è secondo me un genio che meriterebbe un’esposizione maggiore. Siamo amici e so che prima o poi lascerà l’Italia, con sua moglie e i suoi 3 amati cani.
Andrea Manzati, illustratore fantastico che ho avuto la fortuna di avere al mio fianco quando Happycentro era ancora una cosa mia. Oggi fa il freelancer (qui il suo sito), è umile quanto basta ma infinitamente talentuoso.

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