“Hasta la Retribucion, Siempre!” (cit. Laura Venuti)

C’è un perchè io mi trovi qui, alle otto di sabato sera, a scrivere un post sul blog ADCI.
Più che un perchè, si tratta di un’urgenza.
L’urgenza di raccontare e dare spazio all’indignazione di Laura, Mirta, Manuel, Nicolò, Giulia, Alberto, Ivan e altri giovani creativi italiani che, dopo aver letto una job description, hanno puntato i piedi, hanno urlato il loro CoglioniNo! creando un piccolo caso mediatico su Facebook.
Parliamo di questa job description che GAG Agenzia di Comunicazione Creativa avrebbe pubblicato (ora sembra sparita dalla loro page) per assumere un copywriter:

” Si richiedono 1/2 lavori di prova gratuiti stabiliti da noi…” – è stata questa l’affermazione che ha scatenato il caso.

Cara GAG,
tu sei liberissima di cercare e selezionare un copywriter.
Prima però, chiedi un portfolio. Te ne piacciono alcuni? Bene, organizza degli incontri nella tua sede e conoscili. Uno per uno. Finalmente hai trovato il copy dei tuoi sogni? Fantastico! Prendi una penna, allungagliela e fagli firmare un bel contratto, di quelli che poi a fine mese prevedono un versamento monetario sul suo Iban. Sì, hai capito bene. Cosa? Ah, lavora già in un’altra agenzia ma lo vuoi a tutti i costi perchè è davvero bravo? Stupendo! Cosa aspetti allora? Fagli un’offerta più alta e sarà tuo! In altre parole: PA GA LO!

Non puoi, anzi non ti devi azzardare a fargli fare uno o due lavori scelti da te GRATUITAMENTE per valutare le sue competenze. Ci sono i portfolii per quello.
Siamo creativi, mica stupidi.
Cara GAG, quando vai a tagliarti i capelli chiedi per caso al tuo parrucchere un taglio di prova? O al tuo dentista un’otturazione di prova? Non mi sembra.
Bene. Non DEVE succedere neanche in questo caso.

Ma non capisci che così stai solo facendo del male a te stessa? Che così facendo stai solo dando un calcio in culo al tentativo di ridare dignità al nostro mestiere?
Perchè le idee si pagano.
Perchè le idee sono i prodotti più potenti al mondo.

E i professionisti che le generano DEVONO essere pagati.
Un mio consiglio: allontanati da questo atteggiamento, che più che un recruitment è una presa per culo a forma di boomerang.
Mi spiego meglio: se tu stessa non sei disposta a pagare queste “due idee di prova” che sottoponi ai tuoi candidati, perchè mai dovrebbero farlo i tuoi clienti con le tue?

Lasciando da parte la triste storia di GAG per un momento, vorrei soffermarmi sulla parte positiva di questa vicenda.

Parlo della nuova generazione di creativi italiani sempre meno disposta al lavoro gratuito, combattiva e indignata per questi atteggiamenti che avvelenano il nostro ambiente.
Una generazione unita, che lotta per il riconoscimento. E non parlo di premi e pacche sulle spalle. Sto parlando del vero riconoscimento, quello che a fine mese ti consente di pagare gli affitti e le bollette. Quello che ti permette di poter comprare un regalo a tua madre o a tua nonna il giorno del loro compleanno. Quello che più di ogni altra cosa trasforma la nostra passione in un vero e proprio mestiere e che ci dà la forza di lavorare sempre di più, con più entusiasmo e vivacità.
Quello che più di ogni altra cosa demolisce la frustrazione di essere inutili nei confronti di chi ci ama e amiamo.

Stay angry, guys!

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