Un furto manifesto
Alessandro Izzillo, Daniele Dionisi e Giuseppe Scaglione sono stati defraudati del loro legittimo diritto a ritirare l’argento vinto nella sezione copywriting, agli Adci Awards, per la campagna “Il Manifesto a quaranta centesimi”.
Era un loro diritto da più punti di vista.
Avevano scritto i titoli premiati. E avevano pure pagato l’iscrizione agli Adci Awards di tasca propria.
Purtroppo ne sono stato informato a serata praticamente conclusa.
Ecco i fatti, ricostruiti.
Alessandro, Daniele e Giuseppe lavoravano nell’agenzia The Name, struttura che fa capo a Flumen Communication Companies.
Ai tempi delle iscrizioni agli Adci Award erano ormai dimissionari.
Decisero di pagare loro la quota di iscrizione perché Paolo Torchetti era contrario.
Per chi non lo sapesse, Torchetti è Chairman di Flumen (nonché “direttore creativo esecutivo di fatto” di The Name, mi ha spiegato Alessandro Izzillo).
Ancora giovedì mattina, la mia scaletta della serata di premiazione riportava i nomi di Alessandro, Daniele e Giuseppe, oltre a quello di Filippo Testa (quarto autore del lavoro).
Nel pomeriggio, Gabriele Biffi (Tesoriere Adci) mi ha comunicato di avere ricevuto una telefonata (da The Name) con la quale ci informavano che i premi alle campagne per il Manifesto sarebbero stati ritirati dai direttori creativi di Milano e Roma: Paolo Gorini e Filippo Testa.
Peccato che questa telefonata sia avvenuta all’insaputa dei tre che avevano iscritto i lavori.
Peccato che non fossero assolutamente d’accordo.
Peccato che Daniele si sia pagato un viaggio da Roma con la moglie per condividere con lei un momento importante.
E che Giuseppe si sia pagato il viaggio da Bologna per esserci.
I tre hanno scoperto il misfatto solo al momento della consegna del premio, quando anziché il proprio nome ne hanno sentiti annunciare altri.
Ma se Paolo Torchetti tiene tanto ai premi Adci perché non ha pagato la quota di iscrizione dei lavori? L’agenzia ha problemi economici?
“È sempre stato un problema convincerlo a iscrivere i nostri lavori all’Adci. È incazzato e sputa veleno sul Club per vecchie storie che non conosco” mi ha risposto Alessandro Izzillo.
Venerdì pomeriggio ho ricevuto una telefonata dal mio Consigliere Francesco Emiliani. Voleva avvisarmi che Paolo Torchetti l’aveva chiamato per sondare quanto sapessi di questa storia e come mi sarei comportato.
A Francesco ho risposto che ero parecchio schifato e intenzionato a pubblicarla. Ma di riferire che “stavo ancora valutando il da farsi”.
Probabilmente Paolo Torchetti è della scuola “la miglior difesa è l’attacco”. Così, a quanto mi è stato riferito, ha rilasciato un’intervista/comunicato in cui ironizza sul fatto che forse all’Adci avevamo finito i coni d’oro visto che alle campagne del Manifesto abbiamo dato “solo” due argenti.
Io credo che il signor Torchetti non abbia proprio nessun diritto di sindacare sull’operato dell’Adci. Anzi, dovrebbe trarne ispirazione.
A differenza sua noi non sottraiamo i premi. Li assegniamo.
Tant’è che, come presidente del Club, sono qui a raccontare questa storia poco edificante. Mi piacerebbe che anche al Manifesto la conoscessero.
Questa volta sarebbe sbagliato restare “dalla parte del torto”. Anche per 20 secondi.
Oggi Alessandro e Daniele lavorano in Pirella. Hanno raggiunto Taddeucci e Albanese, anch’essi fuoriusciti da The Name prima della parentesi in DDB.
Alessandro, Daniele, Giuseppe, vi faccio una promessa. Chiederò a Gabriele Biffi un cono special edition (“cono del risarcimento”) per ciascuno di voi e organizzerò una cena di premiazione dedicata a voi tre. Mi piacerebbe che partecipassero anche altri past president e soci Adci, per restituirvi, sia pure in una “cerimonia più intima”, quello che vi è stato tolto. Approfitterò dell’occasione per consegnare un altro premio “sottratto” indebitamente: il bronzo a Fabio Ferri per ‘Disconnect’ Fiat 500 by Diesel”.
Tutelare il nostro lavoro significa anche impedire che storie come queste passino nel silenzio.
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