#ItaliansFestival – Gabriella Baldoni apre il Grande Venerdì di Enzo @IF!
Ieri sera, Gabriella Baldoni.
Quando ero piccola la pubblicità entrava prepotentemente nella mia vita. Del resto era impossibile sfuggirle. Mio padre era un antesignano dello “smart working” e spesso lavorava da casa. Girava avvolto in lunghe vesti portate dai suoi viaggi in Indonesia ed era impossibile non sentirlo. Fragorosi scoppi di risate, urla, strepiti, musica a tutto volume, telefonate interminabili.
Sono cresciuta continuando ad assorbire pubblicità da tutti i pori: per questo ho scelto di fare tutt’altro lavoro.
Però, grazie a lui, al liceo facevo dei gran temi: il mio babbo era un professionista del ritmo, della limatura zen, della pulizia nelle frasi e ancora oggi lo ringrazio per quanto mi ha rotto i coglioni sullo “scrivere”.
Sapeva far scattare qualsiasi testo da banale ad interessante. Mi insegnava i trucchi per creare l’incanto e per sfuggire alla noia.
Chiacchierando con noi a cena, spesso si incazzava con i ragazzi che gli mandavano curricula scialbi, noiosi, impersonali.
Come minimo si aspettava che da un aspirante creativo uscisse un qualche guizzo di vitalità, un fiotto di pazzia… almeno un rutto di novità.
E invece trovava gente che si “candidava spontaneamente”.
Strane persone “automunite” che sarebbero state “liete” di collaborare, che attendevano un “gentile riscontro”. E sul finale si lanciavano addosso l’ultima palata di terra porgendo “distinti saluti”.
Per contro, c’erano volte in cui portava a casa le cose più divertenti. Ci leggeva lettere di presentazione fulminanti e scritte benissimo. Oppure disegni e schizzi che gli erano piaciuti.
Ricordo un’art director che mandò alle Balene la scatola di una Barbie. Le aveva cucito un vestitino su misura e scritto sulla confezione il suo curriculum. Qualche anno fa, purtroppo lui non l’ha potuto vedere, è arrivata alle Balene una scatola con scritto: “vi serve una mano?”. Dentro un arto di plastica sanguinolento. Gli sarebbe piaciuto moltissimo.
Da quei curricula è iniziata la tradizione del Venerdì di Enzo. Amava incontrare aspiranti creativi, forse per portarli sulla retta via, come un buon pastore.
Lui era sempre sincero: alcuni li mandava via in lacrime, consigliando loro di cambiare lavoro. Meglio un trauma a vent’anni che un disoccupato a trenta, diceva.
Ma se gli piacevi e vedeva la scintilla, chiamava immediatamente gli amici di altre agenzie per trovarti un posto dove iniziare.
Come sapete la vecchia balena ci ha lasciati dieci anni fa in questo strano mondo pieno di contraddizioni.
In questi anni a noi della famiglia è toccato tagliare nastri, impugnare, sorridenti, statuette e targhe, calcare palchi per ringraziare con parole di circostanza.
Ma devo dire che mai come al “grande venerdì di Enzo” ho avuto la percezione di essere in un luogo largo, creativo, chiassoso, vitale ed energetico. Proprio come era lui.
Sarà che chi l’ha inventato gli voleva molto bene e lo conosceva a fondo. Questo ci commuove, non sapete quanto. E i ringraziamenti non sono mai abbastanza.
Insomma: vedere allo stesso tavolo a chiacchierare animatamente grandi creativi insieme a ragazzi che brillano di voglia di fare, mi sembra il modo migliore per celebrare quella vecchia balena.
Voglio anche invitarvi, mercoledì prossimo, l’8 ottobre, che sarebbe stato il suo compleanno, ad una festa che faremo al Teatro dal Verme. Ci saranno tra gli altri Lella Costa, il coro canto sospeso dal Brasile, Alessio Lega e Guido Baldoni, mio fratello. Vi aspettiamo alle 21.00.
Quindi qui siamo tutti Enzo Baldoni. Io, geneticamente, un po’ più di voi, ma fa niente. Benvenuti nella grande famiglia di cetacei e buon lavoro a tutti.
Gabriella Baldoni
Trascrizione integrale dell’intervento di apertura al Grande Venerdì di Enzo / Italians Portfolio Night (3 ottobre 2014, IF!) – Grazie Gabriella : )