Il logo di Firenze
Paola Manfroni, Vicepresidente dell’Art Directors Club Italiano, ha scritto nelle scorse settimane (15 luglio) all’Assessora per lo sviluppo economico del Comune di Firenze, la dottoressa Sara Biagiotti.
Gentile assessore Biagiotti ,
La contatto in merito al bando di concorso che il Comune di Firenze sta per lanciare per un logo che rappresenti la città.
Come Art Directors Club Italiano, associazione dei creativi pubblicitari italiani, vorremmo offrirle la nostra collaborazione per un confronto sulla stesura del brief e sulla gestione del concorso: i casi più recenti di simili iniziative hanno avuto risultati imbarazzanti e deludenti, suscitando proteste infinite tra i professionisti del settore. Il nostro mestiere, in particolare quello dei graphic designer, è uno tra i più colpiti dalla attuale crisi, soprattutto tra i giovani, e in Italia sta subendo una continua svalutazione: va trovata una via di mezzo tra i 200.000 euro del logo di Salerno e i 15.000 di quello di Firenze, ma soprattutto va capito che un logo non è un “disegnino” come riportato nell’articolo di Repubblica, ma un segno complesso che ha bisogno di guidelines applicative, cioè di un progetto serio e ampio, di professionalità ed esperienza; che un’idea potente non è la fulminazione di un minuto ma il risultato di anni di lavoro che si concentrano in un’intuizione duratura. Qui, in un intervento del nostro Presidente Massimo Guastini che ci legge in copia, può leggere per esempio come nacque il logo di New York:
https://blog.adci.it/riflessioni/dalla-lezione-morandi-a-quella-alemanno-passando-per-milton-glaser/Il suo assessorato ha l’occasione di creare una best practice italiana, una caso emblematico che possa essere di ispirazione a tutte le amministrazioni del paese. Il logo di Firenze che vi accingete a selezionare può e deve essere considerato qualcosa di più del logo di una qualsiasi città: sarà infatti l’espressione contemporanea di quella creatività italiana che da secoli parte da Firenze per arrivare al mondo intero.
La nostra lunga storia, la rappresentatività dei nostri soci, e il manifesto deontologico che firmiamo e che le allego, fanno di ADCI un interlocutore super partes, il cui unico obiettivo è migliorare la qualità della creatività italiana nel settore della pubblicità e della grafica.
Nella speranza di trovare in lei la giusta sensibilità, le rinnoviamo tutta la nostra disponibilità per lavorare al fianco della amministrazione fiorentina affinché Firenze possa avere un grande logo, che tenga alta la reputazione creativa italiana nel mondoRingraziandola per l’attenzione, la saluto cordialmente
Paola Manfroni
Dopo due settimane di silenzio, Paola Manfroni ha fatto una telefonata di controllo. L’Assessora fa sapere, attraverso la sua segreteria, di avere ricevuto la lettera ma di non aver ritenuto sin qui necessario dare una risposta.
A chi in questo momento sta partecipando al “venghino venghino” su Zooppa, segnalo questa frase: L’inserimento nella “shortlist dei migliori” implica la cessione del diritto di esclusiva sulla proposta.
E non sottovalutate nemmeno questa indicazione, anch’essa riportata nel regolamento:
I contenuti non vincitori non potranno essere ceduti e/o riutilizzati per attività in diretta concorrenza* con le attività del Comune di Firenze.* attività commerciali e non esercitate dal comune di Firenze anche tramite appalti a terzi (quali a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo attività di educazione per la prima infanzia; servizi ricreativi per bambini e giovani, attività sportive; attività culturali, servizi di informazione turistica, attività di promozione economica, nonchè per attività di produzione e commercio anche mediante attività di merchandising e licensing di prodotti legati all’immagine della città, contrassegno di qualità di eventi, luoghi, prodotti e servizi del del territorio e della città).
Poi. Se considerate quello che state facendo un lavoro, con il quale mantenervi, e non un passatempo o un argomento di conversazione, leggetevi queste due frasi:
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro.
No, non sono frasi prese dal regolamento per il logo di Firenze. Sono contenute nella Costituzione Italiana. Il Comune di Firenze forse non le ha lette. Lo fanno molte pubbliche amministrazioni. Probabilmente tutte.
Se invece conoscono gli articoli 1 e 36 della nostra Costituzione, resta una sola spiegazione: non considerano i loghi un lavoro.
Chiunque accetti le “regole di partecipazione” del contest zooppa “brand per Firenze” sottoscrive il suo non essere un professionista andando a collocarsi tra i numerosissimi dilettanti con l’hobby per la grafica.