IF! Day#2 – Parliamone
Talk, talk e ancora talk.
Nella seconda giornata di IF! si è chiacchierato moltissimo e di cose super interessanti.
Soprattutto si è parlato di mettersi scomodi, il tema dell’edizione di quest’anno, e a farlo sono stati moltissimi ospiti illustri.
Google, per esempio, che tra tutti è forse l’ospite più “di casa” a IF!
Giorgio Ferretti e il team di Google Zoo ci hanno infatti parlato di design thinking applicato al processo creativo, un metodo innovativo per risolvere grandi sfide in poco tempo, chiamato in due parole Machine Sprints.
Il suo funzionamento è tanto semplice quanto difficilissimo: si parte infatti dall’ascolto attento e approfondito del cliente e del suo prodotto o servizio a 360°. Arriva poi la fase di sprint vero e proprio: si tirano fuori idee come se non ci fosse un domani e alla fine si capisce quali sono sensate e quali anche no grazie. Fun fact: al processo creativo partecipa anche il cliente.
Paura, eh? Ma del resto, abbiamo detto di metterci scomodi. Per cui, come si dice a Roma, stacce.
Stefania Rumenti di IULM, invece, l’ha toccata pianissimo dicendo, molto semplicemente, che senza comunicazione non esiste impresa. Che poi praticamente è quello che vorremmo urlare fortissimo ai clienti quando ci bocciano le idee o, ancora peggio, i budget.
Anche Matteo Caccia ha parlato di argomenti super delicati, facendo un deep dive nelle nostre più recondite paure di creativi costantemente sull’orlo dell’insicurezza. Matteo ha infatti detto una cosa di una verità disarmante: non bisogna avere paura della vulnerabilità. I fallimenti servono e sono fondamentali per costruire una vera storia. Chi ti ascolta sta con te perché riconosce un pezzo di umanità. È il punto più alto di aggancio. Non male, porca miseria.
Ma non dimentichiamo nemmeno il talk di Vicky Gitto, Roberto Bagatti ed Emanuele Nenna sul rebranding RAI, probabilmente la sfida più difficile, su scala nazionale almeno, legata al concetto di mettersi scomodi.
I The Show invece hanno parlato di come hanno fatto a diventare una realtà di successo su YouTube. Talento? Certo. Ma anche il coraggio di mettersi scomodi e inventare un linguaggio nuovo, fresco e, soprattutto, collaborativo. There’s no “I” in “team”, ma in effetti neppure in “success”. E loro l’hanno capito benissimo.
Ma mettersi scomodi significa anche sedersi dalla parte del torto e da lì provare a cambiare il mondo. E lo puoi fare dando valore concreto al concetto di brand purpose, che oggi evolve verso una più tangibile brand action. E a cascata, questo si riflette sul pubblico, che con i propri gusti sta inevitabilmente guidando le aziende verso una coscienza sostenibile e più attenta all’impatto che i loro prodotti e servizi hanno sul mondo. Mica salcicce.
Ma il giorno 2 di IF! ha anche ospitato tutta una serie di volti noti al grande pubblico (come dici? La nostra industry è sempre ripiegata su se stessa? Ah).
Sono infatti passati a trovarci:
- il mitologico Maurizio Nichetti (che è comunque la seconda persona più famosa in questa foto)
- La Pina che ci ha fatto credere di volerci parlare solo di sesso ma invece è andata molto più in profondità (pun che non fa ridere intended), per esempio parlando della sua voglia di arrivare a 50 anni per avere accesso ai blog per over 50, ma anche come per lei sia vitale buttarsi anima e corpo nei rapporti con le persone, con cui finisce per “fare famiglia”, e quanto sia stato a suo modo soddisfacente vedere un suo libro per bambini bruciato in piazza da quelli di CasaPound;
- Linus, che è stato il protagonista di uno dei format più belli e duraturi di IF!, le “dieci domande scomode” fatte da Davide Boscacci (e un pochino anche da Nicola Savino). Quello che è saltato fuori è che gli anziani sono molto esigenti. Nello specifico la radio, che è un mezzo tra i più vecchi, ha bisogno di creatività molto, molto, mooooolto rilevante se vuoi farci della buona pubblicità dentro. Una buona notizia: Linus qualche giorno fa ha rimbalzato una pubblicità da mandare su DeeJay perché era davvero brutta. Faith in humanity restored;
- Il super mega iper Chicco Mentana, che ha un po’ celebrato il funerale della tv tradizionale e ha invece benedetto la lunga vita dell’on demand, non tanto perché sia il futuro, anzi. È il presente ed è l’abitudine del pubblico giovane. E si sa, noi siamo per natura abitudinari, a prescindere dalla nostra età, quindi è un trend che i giovani si porteranno appresso praticamente per tutta la vita. E chissà cosa succederà dopo (che poi il bello è questo). Ma ha anche parlato del coraggio di rompere con Mediaset e passare a La7, del bisogno di aprire Open per dare una nuova e più contemporanea voce al giornalismo italiano, degli hater, della differenza tra fama e credibilità (Fedez è il più famoso, ma Emma Marrone è più credibile di lui, in sintesi) e tante altre cose che lo stanno inevitabilmente candidando a diventare honoris causa un membro della famiglia Angela, visto l’amore incondizionato che il web sembra tributargli ogni giorno.
Chiudiamo parlando ancora un pochino di brand purpose: gli amici di Leroy Merlin hanno una vision che è tipo vivere nel 3019 (o forse, più semplicemente, ci tengono a lavorare con brave persone): lo sapevi, per esempio, che ogni anno tutti i loro dipendenti, di qualsiasi livello, devono dedicare almeno un giorno a uno scopo benefico/sociale e che i loro punti vendita si impegnano ad avere un ruolo attivo nella comunità? È per questo che un brand così può permettersi di dar vita in maniera credibile a progetti bellissimi tipo “Lessons For Good”.
Ecco, questi sono solo alcuni degli appuntamenti che hai perso se non eri a IF! ieri.
Un po’ stai a rosicà, eh?
Daaaaaai che oggi si replica!
Ci vediamo a IF!