I miei primi colloqui/Pagina 6: Anna Meneguzzo.
Questa pagina de “I miei primi colloqui” è dedicata a tutti gli studenti che non hanno un book di cui sono soddisfatti, quelli che hanno paura ad esporsi, quelli che “devo sistemarlo ancora”.
Questa è la storia di Anna Meneguzzo, Direttore Creativo in Leo Burnett.
Ciao Anna, ci racconteresti i tuoi primi colloqui?
I miei colloqui risalgono a tanto di quel tempo fa che ho dovuto fare mente locale per capire se avessi delle esperienze utili da condividere con chi affronta un colloquio oggi. Come tutti, mi sono sempre agitata, mi sono per lo più vergognata, solo a volte rincuorata. Ricordo di aver molto invidiato ai tempi un creativo che aveva progettato il suo portfolio in modo che, non appena il direttore creativo l’avesse aperto, sarebbe scattato un piccolo petardo che avrebbe riempito la scrivania di coriandoli. Lo assunsero subito. (Per dovere di cronaca devo aggiungere che fu anche licenziato un mese dopo). I tempi sono cambiati ora: eppure ci sono alcune considerazioni che credo siano valide sempre. In ordine sparso:
- Il portfolio conta, ma non così tanto: conta molto di più l’atteggiamento. Mostrare voglia di fare, di imparare, entusiasmo, interesse, profondità, eclettismo contano molto di più di un qualunque volantino che è-uscito-sì-ma-non-proprio-come-volevo-io-all’inizio.
- Essere estroversi o introversi non fa grande differenza: la personalità è quello che conta.
- Cercate di divertirvi: è alla base del nostro mestiere.
- Provate a pensare che voi siete un prodotto e dovete provare a vendervi in un certo mercato. Ovviamente raccoglierete qualche informazione sul posto dove volete fare il colloquio e magari questo cambierà la vostra proposizione. È quindi possibile che non farete un colloquio uguale all’altro.
- Ricordate che, per quanto diverse le compagnie dove vorreste farvi assumere, alcuni elementi ricorrono: per esempio, chiunque abbiate davanti dirà che è molto impegnato (siate brevi) e sarà più o meno presuntuoso (lui ha qualcosa che voi non avete: state al gioco e siate umili)
- Ogni colloquio è frustrante ed esaltante.
- Ogni colloquio vale la pena.
- Ogni colloquio va affrontato con sincerità: meglio essere presi per quello che si è o non essere presi affatto.
- I colloqui sono sempre utili soprattutto per chi fa un lavoro creativo, perché è una specie di allenamento ad esporsi, ad ostendere proprio la parte più molle della nostra persona – ah, quanto è fragile la creatività! – che è esattamente quello che capita ogni dannato giorno nel nostro lavoro. Ci devi fare i calli, esattamente come con i manubri in palestra. (Se non suonasse così sproporzionato, questo sarebbe un buon momento per citare la frase di Madiba: “Io non perdo mai: o vinco o imparo”. Ma non vorrei tirarmela troppo.) Tirando le somme, ad ogni colloquio si va a vedere che succede (e se non si va, non si vede): ecco perché al più formale ‘colloquio’ preferisco l’espressione americana ‘Go-See’. Ed è quello che auguro a tutti: go see.
Grazie Anna.
Anna Meneguzzo. Grown up in a family of artists, Anna found a way to engage in even less profitable matters: she studied Art Critic, Aesthetic, Philosophy and most of all Logic Mathematic at the Statale University of Milan. After few years of working experiences in other agencies as a copywriter, Anna joined Leo Burnett in 1999. Creative Director since 2007, she specialized in International Clients holding the European hubs of few P&G brands, activity worth some important awards like Eurobest, Cannes Lions and Global Effies. Not only does she have her roots in a global advertising culture, she also has experience and enjoys pretty much working on new media. For her an idea is a good one when it’s simple, beautiful and makes you nod and smile at the same time.
“I miei primi colloqui” continua. Se non sai cosa sia leggi qui.
In collaborazione col team di Plural: Marco Diotallevi, Direttore Creativo; Sara Tiano, Art Director; Francesca Lanzilotto, Strategist e Antonella Dente, Social Media Manager.
P.s. Ultima chiamata per il Grande Venerdì di Enzo:
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