Postato il Gio 19 Apr 2012 da in ADCI AwardsLa vita del Club

Adci Awards – Francesco Guerrera parla della giuria Stampa e Affissione

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Io al contrario di molti miei colleghi non ho il dono della sintesi, tantomeno quello della linearità… sono siculo ed in quanto tale godo nel perdermi in argomenti di varia natura.
E allora comincio un po da lontano.
Comincio da quando ho conosciuto Massimo Guastini un giorno a pranzo, forse a quel tempo neppure lui immaginava che sarebbe diventato il mio Pres. (come lo chiamo affettuosamente).
Ma da quel momento ho imparato a conoscere lui e soprattutto la sua caparbietà. Lui è uno di quegli uomini che apprezzo tanto, cioè del tipo “lo dico lo faccio”… e pochi fronzoli in giro.
Ho avuto il piacere di essere giurato all’ADCI per 4 volte e posso dire senza dubbio alcuno che queste giurie rispecchiano tantissimo il punto di vista di Massimo e del nuovo corso che l’ADCI ha intrapreso da ormai un anno.
La giornata è cominciata presto, alla spicciolata tutti i giurati e non sono arrivati nella bellissima location dei Milano Studio. Tra un the (io non bevo caffè) ed una chiacchiera ci si è ritrovati tra tanti sorrisi ed abbracci. Ho rivisto con estrema gioia ex colleghi ed amici che non vedevo da tantissimo tempo ed ho avuto il piacere di conoscerne altrettanti.
Dopo pochi convenevoli ed un brief da parte del Presidente delle Giurie ai singoli presidenti si è cominciato a spron battuto.
La mia giuria, stampa ed affissione, era composta da un drappello di fantastici professionisti alcuni li conoscevo bene altri un po meno…
Abbiamo affrontato con grande attenzione tutti i pezzi iscritti, non tantissimi a dire il vero, e dopo una prima scrematura dove l’asticella era davvero alta ci siamo fermati a parlare, tanto, tantissimo, su che tipo di annual e che segnale dare quest’anno al vastissimo pubblico dei creativi italiani e all’esterno del nostro rutilante mondo.
Certo essere nell’annual è già un privilegio, certo l’annual deve rappresentare la punta massima di creatività italiana, ma dal nostro punto di vista doveva essere anche un segnale al mercato. Quindi alcune idee che rappresentavano “il mercato” meritavano, in quanto case history importanti, di essere comunque presenti nell’annual. Anche qui discussioni su discussioni, ognuno portava al tavolo la propria esperienza con grande serenità ma alla fine il voto metteva tutti sempre d’accordo.
Abbiamo finito presto, data anche lo scarso numero di iscrizioni, e quindi ho avuto la grande opportunità di poter osservare le altre giurie all’opera… stessa intensità e stessa passione, in tutti gli occhi concentrati nel valutare i tantissimi lavori iscritti. Non sempre ero d’accordo sulle loro decisioni, ma esattamente come la mia giuria anche le altre avevano oneri ed onori da rispettare e portare avanti.
Non ho mai visto tanta concentrazione e tanto dibattito per ogni singola iscrizione, e questo mi ha riempito di orgoglio… forse questo annual non metterà tutti d’accordo ma forse non è questo il suo obbiettivo. Io credo che un esperienza come quella dell’annual debba essere considerata da tanti punti di vista differenti: deve sicuramente rappresentare il livello qualitativo italiano, deve sicuramente premiare le eccellenze, deve ovviamente essere il biglietto da visita della creatività italiana presso i clienti, ma soprattutto deve essere un momento di scambio, di crescita, di partenza per l’anno successivo. Almeno io ho visto l’annual sempre in questa maniera e per la prima volta dopo tanti anni mi ci ritrovo al 100%
Sono entusiasta di aver partecipato ad una giuria aperta, dove molti giovani hanno fatto da spettatori per lunghe ore, dove si poteva discutere anche animatamente, dove si è scelto di palesare piuttosto che nascondere, dove a mio avviso non è tanto il risultato quello che conta ma appunto la voglia e la volontà da parte di tutti di dare nuovo smalto e prestigio al nostro Club, da una parte, e ridare dignità al nostro mestiere, dall’altra.
Adesso in perfetto stile blog un po di critiche e considerazioni a margine.
Parto dalla composizione delle giurie: il metodo è a mio avviso perfetto o almeno perfettibile, devo però criticare la poca eterogeneità di alcune giurie, infatti è un po riduttivo a mio avviso distinguere in maniera così netta la composizione di giurie di natura “nuova”. Infatti nel digital o nel design o nel crafting, mi sarei aspettato di vedere giurie composte non solo da “esperti” del settore, anzi, proprio preché ormai l’integrazione è obbiettivo comune anche le giurie dovrebbero essere formate da “giurati integrati”.
Poi, probabilmente per alcune giurie sarebbe servito più tempo, infatti dopo 100 lavori giudicati il cervello va un po in pappa e se per noi (stampa e affissione) il compito era relativamente semplice, per altre categorie come appunto il digital di tempo ne sarebbe servito almeno tre volte tanto… infatti ogni iscrizione era un case movie, un virale, una app ecc… che va vista, capita, provata, messa sotto torchio e poi giudicata… ergo magari l’anno prossimo, dato che queste categorie stanno prendendo sempre più importanza sia in termini di creatività che di business gli dovremmo dedicare mooooolto più tempo.
Che dire, mi sa che ho scritto pure troppo ma un grazie non me lo risparmio.
Grazie a Massimo Guastini per la caparbietà e la lucidità, grazie a Vicky Gitto per aver dato delle linee guida così precise ed edificanti, grazie a Serena di Bruno (mia presidente di giuria) per aver messo assieme una giuria meravigliosa che ha lavorato con grande serenità e voglia.

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