Italiani più poveri e meno vacanzieri
Ricevo, a distanza di pochi minuti uno dall’altro, due comunicati stampa (Altro consumo e Nielsen) che ritengo utile condividere su questo blog, perché anche le “fredde cifre” possono essere molto utili al nostro lavoro. Interpretare o prevedere i comportamenti, può aiutarci a far dialogare marca e persone.
DIECI ANNI DI EURO, BILANCIO DELLE FAMIGLIE ITALIANE:
POTERE D’ACQUISTO DIMINUITO
DOVE SI E’ LIBERALIZZATO PREZZI IN DISCESA (Altro consumo)
La foto di compleanno per i dieci anni di euro mostra oggi gli italiani impoveriti rispetto al 2001-2002. Questo in soldoni il bilancio di Altroconsumo sulle tasche delle famiglie italiane, attraverso un’analisi di prezzi e tariffe nel decennio appena trascorso, consultabile su www.altroconsumo.it.
A fronte di un aumento medio dei prezzi al consumo del 21% c’è stata un’evoluzione più lenta nella crescita dei redditi pro capite (+14%) e una conseguente riduzione del potere d’acquisto: -7%. I comportamenti di spesa sono stati influenzati dal cammino lento e costante dell’inflazione, dagli aumenti di prezzo di cereali e derivati, con la dinamica speculativa che ne è seguita, dai picchi dei rincari in settori nevralgici per il bilancio familiare: trasporto marittimo(+147%) e aereo (+61%); treni (+46%); utenze acqua (+52%) e gas (+34%); bevande alcoliche e tabacchi (+53%). I premi rcauto sono cresciuti a dismisura in città come Napoli (+122%), Palermo (+77%); note dolenti per i motociclisti a Roma, con un +136% sull’rcmoto.
Ci sono state anche riduzioni di prezzo, non a caso in quei settori dove si deciso di aprire alla concorrenza scegliendo forme distributive alternative. E’ il caso dei prodotti farmaceutici, con un -28% rispetto ai prezzi del 2001. Un’ulteriore riprova di come sia virtuoso per il mercato e per i consumatori azzerare le barriere alla concorrenza. Dove ci sono resistenze, come nel settore trasporto taxi, i prezzi si sono impennati: +34%.
In discesa anche i prezzi di prodotti tecnologici come macchine fotografiche (-41%), computer (-64%), telefonini (-73%).
La spia sulle difficoltà oggi delle famiglie italiane nel ritrovare lo stesso potere d’acquisto di dieci anni prima è data dalle bollette, le cui tariffe sono cresciute a dismisura. La tassa sui rifiuti è aumentata del 33%, l’acqua del 52%. Nel comparto energetico, i balzi del prezzo del petrolio e le inefficienze del settore, anche nella distribuzione, si sono fatti sentire. Criticità che nel settore dell’energia elettrica sono state controbilanciate dalla maggiore concorrenza nel mercato introdotta nel 2007, con un’evoluzione del +24%, più contenuta che in altri campi.
Sul fronte alimentare dinamiche diverse città per città: il caffè è cresciuto più che in altri capoluoghi a Roma (+35,5%) e a Napoli (+31%). Pizza bollente a Bari (+45%) e a Milano (+44).
In conclusione, dieci anni di euro dove il passaggio alla nuova valuta non ha portato di per sé incrementi diretti. Su rincari di prezzi e tariffe hanno inciso più gli ostacoli alla concorrenza, l’inefficienza industriale e i freni alla distribuzione più moderna o all’offerta anche attraverso la Rete. Unesempio per tutti, il settore delle telecomunicazioni. Grazie anche al forte balzo in avanti dei consumi, il segno negativo -27,9% parla chiaro: chi scommette nello sviluppo del prodotto e nell’offerta di prezzi e tariffe con sconti notevoli per guadagnare utenza vince sul mercato, e anche il consumatore può giocare un ruolo attivo nella scelta e nel confronto, risparmiando sul proprio bilancio.
VACANZE LOW COST PER GLI ITALIANI TRA OMBRELLONI E CARRELLI (Nielsen)
Anche la performance della distribuzione moderna, così come i flussi di traffico sulle autostrade e l’affollamento delle spiagge, è un ottimo misuratore dei comportamenti degli italiani e delle abitudini dei vacanzieri nel periodo estivo.
A giudicare infatti dai risultati positivi di giugno, da quelli negativi di luglio e da trend di fatturato crescenti nel mese di agosto, sembra che quest’anno sempre più italiani abbiano anticipato a giugno o atteso qualche settimana in più per godere delle loro vacanze annuali, probabilmente posticipando anche a fine agosto/inizi di settembre le loro ferie estive.
Risultato? I flussi di turismo si modificano, il traffico sulle autostrade non è stato da bollino nero come prospettato e le città si sono svuotate meno rispetto al passato.
A conferma della maggiore presenza di italiani in città, i punti vendita dei grandi centri metropolitani hanno registrato, nella prima quindicina di agosto, un trend pari a +6,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In testa Milano, Bologna e Firenze con gli andamenti più significativi.
Per i 13 milioni di italiani che invece non hanno saputo rinunciare alla villeggiatura di agosto, vacanze all’insegna della “merenda sotto l’ombrellone” o della cena in casa. Insomma, vacanze sì, ma low cost! A pagarne le spese i pubblici esercizi, a beneficiarne Ipermercati, Supermercati e Discount.
Infatti, i fatturati dei negozi delle località “turistiche” di quasi tutte le regioni italiane subiscono variazioni positive*. In termini di regioni in testa tra tutte Campania, Umbria, Toscana, Marche e Puglia. Unica eccezione la Sardegna, in cui i flussi turistici hanno avuto un effetto negativo probabilmente a causa del “caro traghetti”.
Si conferma anche in vacanza la riduzione dei consumi fuori casa e la preferenza per il carrello della spesa.
Ma cosa hanno privilegiato gli italiani a tavola o sotto l’ombrellone? Alimenti freschi e veloci da preparare: formaggi da spalmare (crescenza, stracchini e spalmabili freschi +14%), mozzarelle (vaccine +6,5%, bufala +14,9%), affettati (bresaola +13,8% e crudo +3,7%) e tonno (al naturale +10%). Tra le bevande acqua (naturale +4,6%), birre (+4,4%), cole (+3,3%), vino Doc e Docg (+11,4%)**.
* Trend del fatturato a parità di rete. Periodo considerato: dal 1 al 15 agosto 2011.
** Trend a volume riferiti al totale iper+super+libero servizio. Periodo considerato: dal 1 al 15 agosto 2011.