Postato il Lun 5 Mag 2025 da in #ContinuityGiovaniLa vita del ClubThe Spark

The Spark of Picapau

Che cos’è un’idea?

Per Christopher Nolan è come “un virus. Resiliente. Altamente contagioso”. Per Stanley Kubrick è come “uno scherzo o una battuta”. Hayao Miyazaki e David Ogilvy invece la pensano (quasi) allo stesso modo: è una “forza inconscia, naturale ma ben definita”.

Ma è il pensiero di David Lynch che – in verità – si addice perfettamente al core della nostra rubrica. Perchè un’idea – per il Maestro – è più che un semplice pensiero: è un’ispirazione, una visione, uno spark ( “a spark that lights the fire […]” n.d.r. )

Benvenuti in The Spark, la rubrica ADCI dedicata alla scintilla che ha dato vita alla passione per la creatività dei talenti Under 30.

Questo mese è dedicato alla visione di Picapau, film & creative director.

Sangue siciliano e anima cosmopolita, Picapau gira l’Europa alla ricerca costante di nuove opportunità, nuovi stimoli e nuove idee per esprimere e alimentare la sua scintilla creativa.

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Questo è il suo Spark.

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Picapau Director

«A good product lasts years. A good story lasts forever.» – Picapau

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Picapau è un giovane regista siciliano. Classe ‘97, diplomato al liceo classico, si è trasferito a Roma per iniziare i suoi studi e la sua carriera nel mondo della regia.

Oggi vive a Parigi e si sposta spesso per lavoro in Europa per dar sfogo alla sua anima creativa.

C’è da chiedersi però una cosa – la più importante quando si vuole conoscere un artista – ovvero da dove ha avuto origine la sua scintilla e come è riuscito a tenerla viva, a sviluppare le proprie potenzialità, quali difficoltà ha incontrato e quali ancora incontra lungo la sua strada, tanto personale quanto professionale. In altre parole: qual è la sua storia.

Se dovessimo parlare dell’origine della scintilla che mi ha portato ad intraprendere questo percorso – esordisce Picapau (nome d’arte del regista) – posso forse dire che c’era comunque quell’ardore o, meglio, una fiamma latente che si alimentava in me quando entravo in contatto con dei medium che io potessi utilizzare per raccontare qualcosa.

Vi spiego meglio: 

Da bambino, ho avuto sempre una grande predisposizione per il disegno. Utilizzavo carta, matita e colori come mezzo di espressione dei miei pensieri e – principalmente – delle storie che immaginavo e li trasponevo in disegno, alle volte creando anche molteplici scene come se fossero una sorta di Flip-Books.”

Sin da bambino, ricorda Picapau, i cartoni animati hanno giocato un ruolo fondamentale in questo processo di sviluppo della sua anima creativa e narrativa. “All’epoca, cartoni animati come ‘Pokémon’, ‘Beyblade’ e soprattutto ‘Yu-Gi-Oh’ – nonostante il carattere fantastico dell’impianto narrativo – racchiudevano dei messaggi precisi e universali; erano potenti metafore di temi importanti come il valore dell’amicizia, il senso di appartenenza e la solidarietà. A me affascinavano tantissimo e soprattutto mi affascinava il modo in cui questi temi venivano raccontati” – rivela Picapau, aggiungendo che anche i giocattoli e i videogiochi con cui è entrato in contatto nella sua infanzia e adolescenza hanno rappresentato una tappa importante per iniziare a sperimentare la sua creatività.

“Ricordo in particolare un videogioco – prosegue – che io considero tuttora essere uno dei miei preferiti in assoluto e che ha sbloccato in me questa consapevolezza di come una storia ben scritta e raccontata potesse catturarti e coinvolgerti così tanto da ‘rimanerti dentro per sempre’.

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Picapau -The Spark

Frame tratto dal trailer ufficiale di lancio di Prince of Persia: The Sands of Time (2003) 

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Sto parlando proprio di ‘Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo’. Me ne innamorai tantissimo sia per l’atmosfera arabeggiante del mondo esotico e fantastico ove era ambientato, sia per la sua trama estremamente originale e magica. E non mi potrò mai scordare l’incipit della storia – iconico – in cui il Principe invitava il giocatore a prendere posto e a sedersi perchè ‘ti racconterò una delle storie più incredibili che tu abbia mai sentito.’ È stato effettivamente di parola. Era come se giocando io stessi ascoltando e vivendo al tempo stesso la sua storia.” 

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Frame tratto dal trailer ufficiale di lancio di Prince of Persia: The Sands of Time (2003)

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Il gioco è l’espressione massima della creatività che tutti i bambini hanno. Quanti di noi, quando eravamo piccoli, non hanno usato anche i propri giocattoli per creare scene, o storie, di combattimenti o di amore, di sconfitte o di vittorie? Ma quanti di noi possono dire di continuare a farlo anche da adulti?

Picapau è uno di questi che ha scelto di continuare a creare e a raccontare storie anche da adulto, facendone il suo mestiere. 

Determinanti nella formazione della sua scintilla creativa sono stati anche gli studi classici. Emblematico un episodio, che racconta così: “Un giorno la mia professoressa di greco ruppe il suo modo autoritario e consueto di fare lezione e iniziò, assumendo un pò i tratti di un Robin Williams ne ‘L’attimo Fuggente’ (dir. Peter Weir, 1989), a narrare le vicende di Socrate e di come avesse deciso alla fine – una volta fatto prigioniero – di bere la cicuta per suicidarsi.

Questo modo con cui lei lo raccontò – recitando così vicino a noi – è stata illuminante perché avevo come la sensazione di ascoltare le parole di un rapsodo, di una cantastorie davanti ad un piccolo falò di notte. Immaginavo di essere lì. Riuscivo ad immaginare le azioni di Socrate, sentire le sue parole, percepire i suoi pensieri e le sue emozioni…

È così che mi sono avvicinato anche alle storie drammatiche delle tragedie greche.”

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Robin Williams nei panni del Prof. Keating nell’iconica scena de L’attimo fuggente (Dead Poets Society, dir. P. Weir – 1989)

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Non sono mancate però indecisione, confusione e resistenze lungo il cammino per coltivare e alimentare questa scintilla. “All’inizio – confessa Picapau – non mi era parso fattibile intraprendere la strada del cinema. Pensavo di dover diventare medico. Poi però il forte sentire pulsare di questa scintilla mi ha fatto compiere questo salto nel vuoto. Da quei giochi e crescendo nel tempo, ho compreso la potenza che una storia poteva effettivamente avere sia a livello di impatto emotivo, sia a livello di lezione, sia a livello di tema.

In parole povere, la complessità, ma allo stesso tempo la semplicità di una storia ben narrata che ha anche il potere di farti cambiare drasticamente la visione della vita.”

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Frame tratto dal commercial di Paco Rabanne – Invictus & Olympéa (2019)

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È così che lentamente ha avuto inizio il suo percorso nel mondo della regia, non solo nel cinema, ma anche nella pubblicità. È a proposito di narrazione e pubblicità che spiega la sua visione e dei punti di contatto con il cinema stesso. “Le pubblicità, quelle che si concentrano più sulla vendita di una storia – dichiara Picapau – piuttosto che di un prodotto, sono quelle che ti rimangono più impresse nella mente, come piccole storie cinematografiche narrate e racchiuse in pochi secondi, qualche minuto massimo.

All’epoca mi colpirono particolarmente gli spot di Paco Rabanne proprio per questo, dove vi è una chiara citazione alla pellicola di Mad Max, così come abbiamo un esempio più recente anche del cinema fantastico di Matteo Garrone che viene trasposto nelle campagne di Dior.”

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Alcuni frames tratti dal fashion film per Christian Dior Haute Couture “Le Château du Tarot” (dir. M. Garrone – 2021)

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Grazie alle nuove tecnologie, alla pubblicità e ai social media, in effetti le narrazioni oggi sono onnipresenti. Tutto è narrazione. Raccontare storie, per me, è quello che dà senso alla nostra vita: noi raccontiamo storie a noi e per noi, ma soprattutto le raccontiamo agli altri, per capire, scoprire, crescere, imparare ed evolvere. 

Siamo del resto gli unici “animali evoluti” al mondo che lo fanno. 

Ho scelto dunque di intraprendere questo percorso perché anche io, in cuor mio, ho delle idee e delle storie da raccontare. Perché le storie che ho intenzione di raccontare possano anche avere un messaggio, una riflessione, una lezione di impatto sociale e che possano essere quanto più d’aiuto possibile. È questo che mi spinge anche a ricercare un’eccellenza, un miglioramento continuo sia da un punto di vista tecnico sia creativo, tenendo sempre presente che in quest’epoca moderna ci sono tantissimi narratori molto bravi e molto esperti, da cui trarre soprattutto ispirazione (vedi il regista Ruben Östlund [ Triangle of SadnessThe Square ] per citarne qualcuno).” 

È alla funzione sociale, se non addirittura alla funzione educativa della narrazione che guarda Picapau. Ed è questo che si augura di realizzare sempre. “Sogno che le mie idee creative, che sia per la pubblicità o per il cinema, possano essere utili anche come possibile punto di riferimento.  Sogno il ritorno di una narrazione catartica, di storie che possano suscitare una sorta di purificazione nell’anima, di prese di coscienza, che possano essere veicolo di curiosità e di scoperta di qualcosa di più profondo, che va oltre l’intrattenimento stesso.” – conclude il regista Picapau