Addio a Oliviero Toscani: scomodo e indimenticabile.

Addio a Oliviero Toscani: scomodo e indimenticabile.

Oliviero Toscani ha saputo trasformare la pubblicità in un’arte provocatoria, una piattaforma di amplificazione per le verità scomode. Da quando nel 1984 lanciò la sfida firmando un gruppo di ragazzi e ragazze di etnie diverse con lo slogan per Benetton” All the colors in the world” ha trasformato la moda in un inno all’inclusione. “ Non più la guerra delle razze, ma il miracolo etnico con la ricchezza delle sue reminiscenze pacificate.”

Ed è andato oltre con un anticipo sui tempi da pioniere. Nel sodalizio con Luciano Benetton ha lavorato per trasformare ogni immagine in un antidoto all’indifferenza, con un solo obiettivo: scuotere le coscienze da un torpore colpevole.


Lui che è riuscito negli anni ’90 con la campagna sull’Aids a ritrarre la morte e associarla ad un brand.
Ha sfidato il sistema, anche creativo, con prese di posizione durissime: considerava i creativi una minoranza schiacciata dai falsi creativi che definiva dei livellatori verso la mediocrità.
Queste affermazioni scomode sono quelle che vogliamo custodire: avere un ruolo attivo nella formazione di una coscienza e dell’opinione pubblica, anche a costo di risultare divisivi, può ancora essere il ruolo della comunicazione.

L’Art Directors Club tedesco gli ha conferito un premio alla carriera nel 2019 e siamo convinti come Art Directors Club Italiano che la sua eredità leggendaria necessiti di essere valorizzata e discussa.

Stefania Siani, Presidente ADCI e CEO e CCO di Serviceplan Italia

13 gennaio 2025

Jean Clair, storico e curatore d’arte, diceva che il ruolo più importante dell’arte è sempre stato quello di chiamare le cose e le persone con il loro nome. Oliviero Toscani ha fatto di questo principio la sua missione, con la stessa immediatezza e forza che caratterizzano il suo lavoro. Toscani non è stato solo un fotografo, ma anche un artista e un pensatore contemporaneo, capace di mettere a fuoco temi universali e controversi: il nero, il bianco, la morte, la vita, la fede, l’AIDS, l’anoressia, i carcerati, la violenza, la droga, la pace, il sesso e persino i cimiteri. Ogni immagine era diretta, immediata, riconducibile a un’immagine semplice e potente, perché l’immagine è parola.

La sintesi visiva era la sua cifra stilistica. Leggendario il suo fondo bianco, la capacità di comunicare a tutti e di suscitare una reazione immediata erano il suo “come”. La sua è stata una rivoluzione: mai silenziosa, irriverente quando necessario, amata e odiata, ma sempre incisiva, memorabile. Toscani non è mai stato politicamente corretto. Ha raccontato tutto, senza censure, vincendo tre Cannes Lions con campagne che hanno cambiato l’opinione pubblica sul tema della pace. Eppure, il suo traguardo più importante è stato quello che pochissimi riescono a raggiungere: diventare un brand, una firma unica e inconfondibile, riconosciuta ovunque, “alla Toscani”.

Amava Andy Warhol, che fotografò a New York negli anni ’70, e come lui è stato molte cose: fotografo, editore, artista, regista, attivista, saggista.

Una volta, durante una telefonata mentre cercavamo una soluzione per una fotografia che non piaceva a un cliente, mi disse: “Non cerco il consenso di nessuno, non mi interessa piacere o compiacere. Il consenso è una conseguenza, come la creatività. Se cerchi il consenso, non ce la farai mai.”

Toscani detestava i pubblicitari che si piegavano al compromesso e alla ricerca di approvazione. Per questo stava lontano dalle agenzie: lui era l’agenzia. Il pensiero creativo non vuole compromessi o test. Entrava in una riunione e imponeva il suo punto di vista, sempre forte, diretto e controverso. E tutti ci ricordiamo il lavoro fatto con Benetton e quanto quel lavoro sia sempre stato iconico e mai passato ancora oggi, anzi pioniere di temi purtroppo ancora attualissimi.

Oliviero Toscani non è mai stato obiettivo: ha scelto sempre di esprimere un punto di vista chiaro, provocatorio e profondamente personale.

Verrà ricordato, celebrato, storicizzato. Si scriveranno libri su di lui, lo vedremo nelle mostre e, forse, col tempo, rivaluteremo il suo insegnamento più grande: il coraggio.

Giuseppe Mastromatteo, Vice Presidente ADCI – Presidente & Chief Creative Officer Ogilvy Italia

13 gennaio 2025