Come fare un film porno con la scusa del vino friulano. E viceversa.
Mi ha un po’ delusa questo video della Simple, dedicato al vino.
No, non è il solito post bigotto della Maran che si arrabbia per l’utilizzo delle donne nude. No, questa volta protesto ufficialmente perché o le cose si fanno bene o non si fanno.
Il video manca di storytelling: guardatelo e poi ditemi se non siete d’accordo con me. Mi è spiaciuto non vedere l’ingresso delle ragazze. Perché non farle entrare vestite con toghe bianche e lasciare che si spogliassero a vicenda? Con delicatezza, scoprendosi quasi in uno stupore adolescenziale della prima volta? Manca qualcosa… bella, iconoclastica, piena di storia la scena dove schiacciano insieme l’uva nel tino. Mi sarei aspettata però qualche close-up sulle loro labbra che succhiano vogliose e voluttuose un chicco d’uva, preso e magari passato in ogni parte del corpo per trasmettere il vero piacere che il vino può dare.
Per il resto carino: le ragazze hanno dei seni spettacolari, dei gran fisici. Anche dei bei culi.
Curioso che a un certo punto assaggino solo i grappoli d’uva e non si assaggino tra di loro. Si, lo ammetto, da fruitrice di film porno, mi ha un po’ delusa vedere che non si passi mai all’azione: sei lì che aspetti, ti viene anche da fare avanti veloce per capire se alla fine sarà la bionda o la mora che prenderà l’iniziativa.
Avete visto che carina quella che si nasconde nell’otre di coccio? Immaginatela mentre esce e lecca quell’altra di fianco… mamma mia!
Ecco, visto che poi il fil rouge è il vino, mi domandavo come mai non è stata messa qualche scena più epica? Non so: una bottiglia che viene agitata e poi il tappo salta e loro si schizzano in faccia il liquido (ovviamente un bel bianco mosso, eh! Ci sta tutto). Perché non si vede nessuna di loro che, nuda, spalancata, inquadrata dal basso, raccoglie i grappoli lasciandoci immaginare quanto possa essere succosa lei stessa…
Non dico poi di passare alle scene anal con le bottiglie perché magari è un po’ forte, però, ecco, a mio avviso o fai un porno come si deve, oppure lasci stare. Nel senso: perché non scopano? Perché non si leccano? Neanche un ditalino? Se devi fare un porno fallo bene, altrimenti non farlo. Me le appendi tutte vogliose e zozzarelle all’entrata della cantina e poi nulla? L’unica cosa che si schiaccia sono i grappoli d’uva? Deludente, no?
Comunque gentili i produttori di vini friulani a lasciare che girassero un film hard nelle loro vigne; pensa che c’è gente che non lascia usare le location per queste attività perché temono un cattivo ritorno d’immagine. Alcuni non vogliono legare neanche lontanamente il loro prodotto ai messaggi sessualmente ammiccanti perché dicono che nulla hanno a che vedere con quello che vendono. Invece lo sappiamo benissimo che il vino serve a quello: a facilitare il sesso. O no? Coraggiosi questi produttori di vino, una grande apertura mentale. Li stimo.
Il titolo mi è sfuggito: come diceva? Sesso di-vino? La vendemmia della figa?
Come dice? Che non è un video porno ma lo spot di un esportatore russo per promuovere il vino friulano? Uh. Oh. Accidenti. Ma che davvero? Ah. Oh. Mh.
Beh, mettiamola così: se va male e la gente si incazza, potete sempre riciclarlo come film hard. O soft porno. Certo… manca qualcosa per farlo funzionare anche lì, ma vi potete giocare la carta del “abbiamo voluto mantenere un’aura sognante tipica del vino, la purezza dell’italianità, l’eleganza della musica, come un ritorno allo stile rinascimentale. I gemiti e le azioni troppo fisiche avrebbero dissolto la magia della narrazione”. Ecco, e chissà che dicendo così qualcuno non se la beva.
[E se il commento finale fosse “volevamo fare il nudo artistico come Pirelli” allora dovevate chiamare la Leibovitz. Eccheccazzo!]