Postato il Mar 16 Ott 2012 da in Segnalazioni di Claudia Neri

Musica per Chiara.


Agli appassionati di musica barocca segnalo una serata particolare, mercoledì 17 ottobre 2012 alle 21, presso l’Auditorium de Il Sole 24 Ore a Milano. L’ingresso è a inviti. Potete richiederli mandando una email a monica.lodi@ilsole24ore.com

Fabio Bonizzoni e la sua orchestra “La Risonanza” suoneranno “Musica per Chiara” in ricordo della moglie di Fabio, morta a luglio. Chiara è stata anche una mia cara amica per venticinque anni e lavorava a Il Sole 24 Ore. Di qui la scelta della sede per la serata.

Fabio Bonizzoni è considerato uno dei principali clavicembalisti e organisti della sua generazione, suona nelle principali sale di tutto il mondo e con la sua orchestra, “La Risonanza” ha registrato oltre venti dischi, vincendo i più importanti riconoscimenti della critica internazionale.

Ecco alcune sue note al programma di domani sera.

La musica è stata un forte motivo di unione tra me e Chiara, una vibrazione e una sintonia tra le nostre anime. Non c’è brano, nel mio repertorio, che lei non mi abbia sentito studiare innumerevoli volte; non c’è brano, oserei dire, che lei non abbia amato con me. Ma ve ne sono alcuni, tra i molti, che hanno assunto negli anni una valenza, un significato particolare ed è tra questi che ho scelto quelli che ascolteremo stasera (il 17 ottobre – ndr).

Forse noterete una frequenza di composizioni che – con linguagio tecnico – si dicono scritte su basso ostinato: sono le ciaccone e le passacaglie che compaiono nel programma e che, quasi arabe fenici musicali, rinascono laddove sembrerebbero terminare. Secondo un mistico occidentale moderno – scomparso anch’egli troppo prematuramente ormai molti anni fa – l’universo avrebbe avuto origine da una ciaccona che, con la sua ossessiva circolarità e il suo continuo rinnovarsi, avrebbe sprigionato l’energia creatrice del tutto. Senza spingersi in considerazioni metafisiche, è certo che queste forme musicali contengono in sé una grande energia e il fatto che, quando sembrano finire, ricomincino – a volte trasformandosi, a volte sempre uguali a se stesse – le rende emblema stesso della vita che continua e che, forse, sopravvive alla sua fine apparente.