Postato il Gio 2 Lug 2020 da in La vita del Club

Un pensiero in ricordo di Fabio Andreini, lo abbiamo chiesto Alessandro Sabini a nome e per conto di tutti noi soci adci.

A nome di ADCI abbiamo chiesto ad Alessandro Sabini di scrivere un pensiero in ricordo di Fabio Andreini. Un ritratto costruito attraverso le parole di chi lo conosceva bene, a nome e per conto di tutti noi soci ADCI.

 

Il prete c’è e pure la cassa di legno. Le corone di fiori e tutto il resto. Eppure sono quasi sicuro che fra poco, Fabio, uscirà da un lato, vestito da chierichetto, con i capelli schiacciati e la riga da una parte, ciondolando un braciere di incenso. Passo veloce e labbro inferiore proteso in avanti come quando era sul punto di prenderti per il culo. Ne sono talmente convinto che cerco di immaginare la mia reazione: cosa farò, mi incazzerò? Riderò? Fingerò di volerlo menare come quando mi estenuava con il suo flusso comico-demenziale che non rientrava mai nei ranghi di una minima normalità?  E invece no. Oggi, dopo tre giorni, sto iniziando a convincermi che Fabio sia morto per davvero. Che poi morto. 
Fabio è il morto più vivo che io conosca. Ha seminato talmente tanto nei cuori delle persone che gli sono passate vicino che in pratica lo stiamo tenendo vivo noi. 
Il prete ci dice che dobbiamo aspettare la sua resurrezione e Sergio Spaccavento mi sussurra: “L’avranno vestito come voleva lui?”. Io penso a quanto lo farebbe incazzare risorgere in un completo grigio. Perché lui era colorato dentro. 
Fabio.
Fabio era un aneddoto vivente. 
E a volte ti trascinava in situazioni talmente surreali che sapevi che tu saresti diventato il suo prossimo aneddoto. 
Se Fabio fosse diventato grande, se avesse avuto dei figli, se fosse invecchiato, a quel punto, sul suo naturale letto di morte sarebbe stato Big Fish. 
Una vita impossibile da credere, ma che invece, alla fine, è stata vissuta per davvero. Con tanto di giganti, streghe e pesci gatto. Una vita incredibilmente vera. Una vita che ogni volta sfiorava la tua normalità e gli dava sempre un colpetto di defibrillatore. 
Fabio era un bambino e per questo stava bene con i bambini: con Viola Lisetta, mia figlia, ha distrutto tutte le decorazioni floreali durante un matrimonio. 
Fabio era Pierino: a 38 anni ti ritrovavi, con lui, a fare telefonate anonime alle 2 di notte. 

Fabio era la commedia: per questo alcuni dei migliori comici italiani lo adoravano. 

Fabio era Fabio.

Sul treno che mi riporta a casa, da Roma a Milano rileggo tutti i nostri messaggi whatsapp. Le foto, le battute, la demenzialità. 
Fino all’ultimo che ci siamo scambiati.

Fabio: Quello che mi  ha portato la spesa di Eataly potrebbe essere stato un formichiere sui 65. Gran bell’animale.

Ale: docile? 

Fabio: ???????????????????????? mi manchi ci vediamo tra il lazio e le marche

Si, amico mio. 
Ci rivediamo lí.