Un colpo di coda poco scodinzolante.

È innegabile che IF 2 abbia riscosso un grande successo. Lo dicono i numeri, lo dice la stampa, lo dicono i vari pienoni registrati. E, per ultimo, lo dico anch’io. Benissimo, siamo tutti stracontenti.

Ma è proprio con questa premessa, che domando ai soci ADCI e a chi gestisce il festival, come mai la sua identity visiva (il logo, la grafica, le animation nel Parenti e nel sito IF), sembrino scaturire da una garetta Zooppa o da un concorso di vetrinistica fine 900.

Non so chi siano gli autori e nemmeno m’interessa personalizzare la faccenda. So solo che è vecchia. Roba da convention Chupa Chups fatta in casa. Insomma, non degna di un evento che invece sul piano organizzativo e dei nomi coinvolti, ha ridato slancio a un settore da qualche anno in grave deficit d’ossigeno.

Sarà che io sia fissato con la typography, che la passione per i layout e l’animation ben curati, che l’attenzione maniacale per la motion graphics e il web design, mi portino a sognare – non anche, ma soprattutto per l’ADCI – un livello di cultura visiva sempre al top.

Oltre SanRemo, Trieste e Ponte Chiasso, i miei riferimenti attuali (non quelli storici), li scovo di preferenza nei dintorni di Anagrama, Awwwards, Roger Black, BMD Design, Bunch, Complexity Graphics, Desigg, Designcollector, Design Observer, Dexigner, Dinnick & Howells, dontfeartheinternet, heydays, Richard Hollis, Holstee, INBALOZA, Adam Juresko, LUST, Mat Voice, Kiss Miklos, Offf, Paprika, The Plant, prty, Thomas Quinn, Studio Revert, Sciencewerk, since85, soulwire, ThinkingForm, Typewolf, Vimeo NiceType, Webby Award, wedge&lever, Wordsarepictures, 99nosbyfutura… nomi così.

Se invece dovessi giocare in casa, prima di mandare in campo un dribblomane senza visione di gioco, consulterei i migliori osservatori sulla piazza. Gente che dispone di credenziali di graphic design e di typography decisamente al di sopra delle mie. Penso a persone che hanno portato a casa un’infinità di metalli preziosi, Grand Prix e Hall of Fame ADCI, come per esempio, Luca Albanese, Carlo Angelini, Pierluigi Cerri, Daniele Cima, Matteo Civaschi, Fabio Ferri, Felix Humm, Italo Lupi, Paola Manfroni, Giorgio Natale, Claudia Neri, Federico Pepe, Giovanni Porro, Assunta Squitieri, Agostino Toscana, Fritz Tschirren.

Se ora qualcuno azzardasse rispondermi che questo autentico dreamteam non è digital native, che non si è abbastanza nutrito di mobile, viral e ambient communication… gli risponderei secco secco: Chi ha nel suo portfolio la visual identity IF, è invece visibilmente cresciuto nella nursery di Antonio Ricci, X-Factor e Winx. Alé.

Per favore, passatemi il sale.

Post it: Già che ci siamo, ai “miei” pionieri ADCI chiederò senza tanti giri, cosa pensano del Cirque du Trompe l’Oeil grafico che incornicia il nostro IF… e poi vediamo che tipo di giudizio ne uscirà. Augurandomi per il bene del Club, che questa mia paranoia culturale sia poi clamorosamente smentita e smontata, vi terrò comunque informati. Stay tuned.

I commenti sono chiusi