Postato il Gio 21 Mag 2020 da in #ContinuityIntervisteLa vita del Club

La creatività è di famiglia: “La creatività può essere semplice.”

Autrice: Cecil Morò

Tutto iniziò quel lontano giorno di Febbraio, d’un tratto la frenesia quotidiana dell’agenzia arrivò a casa nostra senza più possibilità di riparo. Chiamate a tutte le ore, e-mail all’impazzata e urgenze più di prima. 

Lavorare la notte per poter gestire la mattina i compiti della scuola tra una call e l’altra. Parlare al telefono con il tuo capo mentre cerchi di capire il nuovo esercizio di italiano. Travolta dalla nuova vita con doppio lavoro a tempo pieno, presa a capire come poter riuscire a fare tutto, non mi accorsi che anche il rapporto con lei stava cambiando. 

Lei, che come sempre aveva avuto un’idea più bella della mia, una di quelle che fanno bene al cuore.  Qualcuno direbbe con dentro un insight. “Mamma facciamo il montaggio insieme? Tu mi detti i secondi, io scrivo sul quaderno”. Avrei dovuto dirle di continuare a fare i compiti, ma in un istante capii che era il suo modo di trovare una soluzione: se devi lavorare e non puoi giocare con me, allora lavoro con te. Trovare una soluzione spesso non è semplice. Soprattutto per noi grandi, soprattutto in questo momento. Per noi creativi che abbiamo la fortuna di avere ancora un lavoro, sembrava quasi impossibile fare i genitori durante un brainstorming. Da sempre chiamati a stare nella strategia, rispettare le deadline, il budget e tutti i punti del brief, eravamo preparati ai rebus più complessi ma non alle cose più semplici. Semplici come la soluzione di Vittoria, come la nuova pausa pranzo con una pasta al volo e niente deliveroo da scegliere prima dell’interna, come le addizioni e le vocali da ripassare insieme, la filastrocca di Pasqua e le note musicali. Semplici come la passeggiata intorno al palazzo e la merenda al sacco sedute sul muretto più vicino a casa. Lo shopping esagerato ma solo al banco dei fiori. 

Naturale come ballare insieme, aspettare che vada via la pioggia ed entusiasmarsi solo perché è tornato il sole. Come non avere un piano e seguire il corso delle ore. 

E mentre la semplicità si iniziava a riprendere i suoi spazi, si fondeva con la creatività. 

Le canzoni cantate a casa sono diventate concerti, abbiamo consumato tè invisibili, immaginato di andare al mare senza prendere la macchina, finto di essere supereroi marini e costruito una città con i lego. Ci siamo immaginate a scuola, in montagna e anche in ufficio. A volte su un pianeta dove la luna si vede anche di giorno. La cucina è diventata un ristorante che porta il nome di mia mamma che da lassù controlla che il servizio sia perfetto. Sulle scarpe c’è un pulsante che ci trasforma in supereroi quando usciamo, così siamo più forti del virus e ha senso mettere le mascherine. 

Chi lo avrebbe mai detto che ogni giorno vissuto a casa, non sarebbe stato uguale all’altro, che in ogni giorno di smart working ci sarebbero stati anche attimi di immensa semplicità che avrebbero lasciato il segno?

La nuova vita oramai ha preso il sopravvento e se prima pensavamo che il lavoro avrebbe avuto la meglio, che il lavoro da casa non ci avrebbe dato nulla in cambio, oggi posso dire di essermi sbagliata. Vittoria ha capito che i grandi lavorano ma ancora non ha capito perché lo fanno tutto il giorno e a volte anche la sera. Ma io sono diventata la sua compagna di banco, lei il mio direttore creativo. 

Sembrava impossibile fare quel brainstorming, la vita mi ha portato a fare molto di più,

scoprendo che tornare alle cose più semplici è difficile, ma è anche bello.

Oggi quel montaggio è finito e con Vittoria ho scelto i colori e “le scritte”, selezionato le scene, commentato ridendo tutte quelle che non andavano e persino individuato quella da rimpiazzare perché era già in tv in un’altra pubblicità. Lei ha preteso di fare una call con il cliente. Oggi quel montaggio non farà parte del mio portfolio, ma sarà per sempre uno dei miei preferiti, uno di quelli che racchiuderà il ricordo più bello, quello di un periodo insieme che quando finirà, mi mancherà.

A Vittoria, alle sue soluzioni semplici, alla nostra nuova vita. Che possa essere sempre ricca di creatività semplice.