Postato il Lun 5 Dic 2011 da in La vita del Club

Ecco i vincitori italiani dell’oro a Eurobest

Giovanni Greco ed Enrico Pasquino sono la coppia creativa di B CUBE che ha vinto l’oro nella Young Creatives Integrated Competition di Eurobest. Oltre al lavoro che hanno fatto nelle 48 ore concesse dalla competizione, posto le loro risposte ad alcune mie domande.

L’Italia vince spesso metalli nelle young creative competition internazionali. A Cannes è capitato più volte. Se i talenti li abbiamo, come spiegate che le nostre campagne siano mediamente così poco interessanti?

Enrico Pasquino
Dipende dal tipo di campagna. Se sono campagne vere, abbiamo l’ostacolo quasi insormontabile del cliente, se sono finte, non abbiamo la stessa esperienza e tradizione di altri paesi nel mondo. In Italia secondo me ci sono ottimi creativi, forse però con il passare del tempo ci si abitua a fare quanto richiesto dal mercato e ci si perde un pochino. Perché la pubblicità che si fa all’estero, tranne alcune eccezioni, da noi non esiste.

Giovanni Greco
Meno paletti, meno distrazioni, niente reworks:
una simile competizione non è assolutamente paragonabile alla vita quotidiana di agenzia.
Detto questo, penso che i giovani creativi italiani debbano per forza di cose sviluppare una serie di caratteristiche che li porta ad essere avvantaggiati in questo genere di competizioni. La mancanza di richieste davvero pensate da parte del cliente li spinge a pensare in maniera più strategica, mentre dal punto di vista dell’esecuzione il nostro quotidiano ci rende sicuramente più forti rispetto a molte altre nazioni.

Avete definito la vostra campagna molto classica, molto tradizionale. A mio parere avete invece trovato quello che conta: qualcosa di rilevante da dire al target.
Non vi pare che oggi prevalga la tendenza a sorprendere con la “tecnologia” più che la ricerca della cosa giusta da dire?

EP
Beh certo, è normale quando si presentano sul mercato delle tecnologie nuove. Come per il cinema 3d, inizialmente conta solo usare il mezzo, dimenticandosi che anche il contenuto ha la sua importanza. Infatti una cosa che a me dà molto fastidio è valutare una campagna dal mezzo che usa, non è detto che se si basa su foursquare, allora funziona. Il mezzo va scelto in base a quanto si deve dire, non alla moda dell’anno. Anche perché ogni mezzo, ogni tecnologia prevede già una propria logica, il modo stesso in cui funziona veicola già un contenuto, e spesso questo contenuto non può convivere con il messaggio della campagna. I blog sono pieni di campagne digital in cui il messaggio ha dovuto fare il contorsionista per entrare nel mezzo/ tecnologia trendy del momento. Detto questo, io amo tutte le forme di comunicazione nuove, non mi esalto per una stampa o per un radio, preferisco di gran lunga le operazioni alla Auditorium. Per concludere, io cerco con Giovanni sempre l’approccio strategico, fondamentale, provando poi a trasformarlo in idea creativa. A questo punto si scelgono i mezzi che valorizzano l’idea, in base al target e alle esigenze del brand.
Anche se il mio sogno è trovare un’idea così nuova che richieda la creazione di un mezzo/tencologia nuova, insomma il mio sogno è fare Nike+: sintesi divina tra approccio strategico, idea creativa e rivoluzione.

GG
Sono d’accordo, cercare qualcosa di nuovo da dire è sicuramente più complesso che dire qualcosa con un nuovo mezzo.
All’Eurobest molti dei lavori premiati erano sicuramente innovativi dal punto di vista esecutivo, ma con davvero poco contenuto.
E’ un problema che da un punto di vista diverso affligge la stampa da quasi 10 anni.
Esecuzione prima di tutto: è questo il nuovo mantra di un mondo che non ha più il tempo di pensare.

Ho sbirciato il vostro profilo linkedin. In comune avete la provenienza da Accademia di Comunicazione, poi vi siete ritrovati insieme in Bcube. Secondo voi quali sono i requisiti che un giovane deve avere oggi per affermarsi in un settore “complicato” come il nostro?

EP
Beh i requisiti da possedere per me sono due: avere un buon portfolio, possibilmente fatto ad hoc per l’agenzia dei sogni e offrire tutto se stesso a chi si merita la tua stima.
Poi io e Giovanni, come molti altri nostri compagni di Accademia lavoriamo seguendo una sorta di mantra che ci mostrò Dave Morris, un’insegnante inglese chiamato da Accademia per prepararci al D&AD. Faceva più o meno così: “Nothing in this world can take the place of persistence. Talent will not; nothing is more common than unsuccessful people with talent. Genius will not; unrewarded genius is almost a proverb. Education will not; the world is full of educated derelicts. Persistence and determination alone are omnipotent.

GG
La terza media per un copy.
Più nozioni possibili sui programmi per un art.
Con tutte le agenzie che cercano carne da macello, mettere un piede dentro il mondo delle agenzie mi sembra davvero facile:
il problema è solo rendersi indispensabili una volta dentro.

La carriera dei creativi pubblicitari italiani sta diventando breve come quella dei calciatori, ma con stipendi diversi. Attualmente gli over 40 sono meno del 10% e la retribuzione media è tra gli 80 centesimi e i 5 euro netti all’ora. A parte i gesti scaramantici, come intendete impostare la vostra carriera, per evitare di finire come limoni spremuti?

EP
Ahha, lo dico sempre anche io, sono mondi molto simili, a parte i soldi. Comunque, credo che questa sia la domanda più difficile di tutti. Secondo me è giusto che sia possibile fare carriera in brevissimo tempo, le idee non migliorano con il passare del tempo, al massimo acquisisci esperienza per capire subito quali funzionano, impari a svilupparle nel migliore modo possibile e a pensarle più velocemente. Anche all’estero ci sono direttori creativi molto giovani. Il problema è che in Italia è difficile fare carriera perché di progetti in grado di dare visibilità sono pochi e perché il mondo della pubblicità è retto dalle stesse logiche del mercato del lavoro italiano. Quindi l’unica soluzione è dare tutto se stessi, lavorare tantissimo e sfruttare ogni occasione di crescita perché, come hai detto bene tu, il tempo stringe.

Non vi è venuta voglia a questo punto di cercarvi un’esperienza presso un’agenzia all’estero?

I sogni non si condividono. 😉

I commenti sono chiusi