Postato il Lun 17 Feb 2014 da in Eventi e segnalazioniLa vita del ClubRiflessioni

Come i giovani percepiscono l’Adci

Come preannunciato nel post cosa può fare l’Adci per i giovani e viceversa
mercoledì 12 febbraio, tre generazioni di direttori creativi Soci Adci sono stati in Accademia, per un incontro durato circa due ore.

Oltre a me hanno partecipato Annamaria Testa, Matteo Maggiore, Mizio Ratti, Massimiliano Maria Longo, Nicola Lampugnani e Till Neuburg.
Credo che il nuovo Consiglio Direttivo (verrà scelto il 22 febbraio) dovrebbe organizzare appuntamenti del genere anche presso le altre scuole, nei prossimi mesi.

Di seguito ecco il racconto dell’incontro dal punto di vista dei giovani presenti.

Caro Massimo,

sono stato eletto “portavoce” degli studenti del Master in Copywriting per
riferirti le nostre impressioni sull’incontro ADCI. Intanto vi ringraziamo
per l’opportunità che ci avete offerto, ci siamo sentiti veri
interlocutori e non semplici destinatari di un messaggio piovuto
dall’alto.

Credo che la maggior parte di noi avesse poche informazioni sull’ADCI.
Prima dell’incontro ci siamo chiesti: – Cosa ne sappiamo? – e le risposte
più ricorrenti sono state:
• assegna premi prestigiosi;
• pubblica gli Annual della creatività italiana;
• ha un logo riconoscibile (sic);
• è un club esclusivo, riservato alle star della comunicazione;
• si è battuto per definire uno statuto deontologico a cui tutti i
creativi dovrebbero attenersi.
Insomma, una conoscenza mediamente superficiale.

Abbiamo ascoltato con grande curiosità, ma, di
fronte alla richiesta ex abrupto di proposte e stimoli da parte nostra, ci
siamo sentiti leggermente smarriti. Come studenti, abbiamo idee ancora
imprecise sul mondo del lavoro creativo. È vero, grazie ai nostri
insegnanti abbiamo la possibilità di simulare la vita di agenzia, ma siamo
ben lontani dalla conoscenza concreta dei meccanismi che animano la vostra
quotidianità.

Siamo affascinati dalla possibilità di appartenere a un’associazione che
faccia cultura, che aspiri a mantenere alto il livello della qualità del
lavoro, che difenda la dignità dei professionisti del settore.
Cosa ci impedisce di aderire? Non certo i 20 euro della quota di iscrizione.
Di cosa abbiamo bisogno? Non lo sappiamo ancora. Probabilmente di capire
meglio le iniziative e le attività di cui vi occupate; sicuramente di
ascoltare e di imparare.
Cosa possiamo offrirvi? Forse poche cose, ma essenziali: entusiasmo,
energie fresche e utopia.

Ci siamo accordati per contattare Matteo Maggiore, approfondire i punti
del suo programma e capire come possiamo dargli una mano. In breve, noi ci
siamo e vogliamo esserci.
Ovviamente non posso garantire l’impegno dei singoli colleghi (gli
scettici e i disfattisti sono fisiologicamente presenti in ogni compagine
sociale), ma posso confermarti la positiva disponibilità della maggioranza
di noi.

Per ora mi fermo qui. Faremo rete e lavoreremo insieme. Grazie ancora e a
presto.

(Adriano Disabella)

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