Postato il Dom 1 Ott 2017 da in La vita del Club

ADCI Awards 2017

Vedi, quando una serata inizia così è segno che sarà una grande, grandissima notte.
Sì, è successo davvero: Renato Pozzetto entra nella Hall Of Fame dell’Art Directors Club Italia. Se questo non è #sovvertire, non so davvero cosa lo sia.

Non è servito nessun invito alla platea: quando Lele Sacchi, al solito impeccabile host della serata, e Vicky Gitto, presidentissimo di un ADCI mai così in forma, hanno annunciato Renato, automaticamente siamo scattati tutti in piedi. Una standing ovation lunga, bella, sentita, che non ha solamente salutato l’interprete di una valanga di film e sketch che ci hanno fatto ridere fino alla contorsione addominale. Esserci alzati tutti ha anche dimostrato il fatto che chi era in quella sala ha capito il significato del premio di ieri: il segnale forte e chiaro lanciato da un’intera industry nei confronti della creatività e della sua celebrazione in tutte le forme, compresa quella comica, pop senza essere mai scontata (non serve che ti ricordi come le battute di Pozzetto abbiano più livelli di lettura di una biblioteca multipiano).

Sovvertire, dicevamo. Ecco, non entriamo nel merito dei singoli premi assegnati (tantissimi e strameritati), ma si può dire tranquillamente che ogni singolo cono assegnato è stato un atto di sovversione.

Sovversione contro la cancellazione della memoria singola e collettiva (bravi, bravissimi, ragazzi di Havas con Forgetting Auschwitz Remembering Auschwitz).

Sovversione contro un certo snobismo che suggerisce l’inconciliabilità tra una campagna mainstream e una campagna da premiare (di nuovo, bravi ragazzi di Havas per aver fatto ballare un Paese con TIM).

Sovversione contro la più crudele e bastarda delle malattie, che ti fa dimenticare chi sei e chi ti sta attorno (Y&R, avete fatto un lavoro clamoroso, ma ho idea che questo lo sappiate già).

Sovversione contro il mondo dei giganti della birra da parte di una piccolina che sfrutta una piccola ma clamorosa falla nel piano con un’intuizione geniale che nemmeno il Conte Mascetti (un cinque altissimo, McCann).

E poi sovversione nel raccontare serie tv (We Are Social e M&C Saatchi, magnifici), nel parlare di come la gender equality nella vita di tutti i giorni sia possibile (bella lì, JWT), nel recuperare dal degrado un mausoleo incredibile (Havas, ancora tu?), nel far vivere la gravidanza in un modo ancor più commovente (passatemi un fazzoletto, DLV BBDO), nel dire stop al bullismo (7 Days Brief risolto alla grande) e tantissime altre sovversioni, piccole e grandi, nel mondo del design, del crafting, della regia.

Insomma, il livello dei lavori è stato altissimo, ma veramente tanto.
Proprio per questo, i Grand Prix quest’anno sono stati due battaglie micidiali e difficili da risolvere.

Per fortuna, a presiedere le giurie è stato chiamato uno tra i creativi più sovversivi sul pianeta, Andrea Stillacci, che ha saputo indicare la via ai presidenti e farli convergere verso decisioni che hanno lasciato la sala a bocca aperta e con le mani rossissime per il troppo applaudire.

Dai, basta con il mistero: sveliamo i vincitori.

Grand Prix Non Profit: Y&R – Chat Yourself https://www.youtube.com/watch?v=eE6BO5ANyaI

 Grand Prix: Fondazione Accademia di Comunicazione – Linkedinmate https://www.youtube.com/watch?v=foiWakAW9No

Sì, hai capito benissimo. Il Grand Prix è andato agli studenti.
Un segnale per il futuro? Forse. Il lavoro migliore? Sicuro.

Adesso che ti sei fatto un’idea, capisci perché non ci poteva essere tema migliore di #sovvertire?

Cala così il sipario sugli ADCI Awards 2017, l’edizione più inaspettata e, ça va sans dire, più sovversiva di sempre.

Ci vediamo l’anno prossimo, ma anche molto prima con un più esaustivo approfondimento su tutti i risultati e i premiati.

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