Postato il Lun 7 Nov 2011 da in La vita del ClubRiflessioni

La mia risposta a Pasquale Diaferia

Caro Pasquale Diaferia,

ti ringrazio per il tuo invito pubblico a fare la cosa giusta.

Significa che hai delle attese e che mi attribuisci le capacità di soddisfarle. Al tempo stesso mi auguro che tu mi riconosca anche un’autonomia decisionale, nonché la libertà di scegliere quello che a mio avviso è meglio per l’Art Directors Club Italiano.

Come ho già spiegato, sia a te sia al tuo Editore nei nostri incontri privati, io considero scorretto qualunque tipo di endorsment ADCI, diretto o indiretto, a questo progetto. Diversamente, sconfesserei il primo punto del mio programma, proprio quello che tu hai ricordato nella tua accorata lettera: “unire e non dividere”.

Se “The HeadLiners” fosse stato scritto da Umberto Eco, o da un intellettuale esterno al nostro settore professionale, mi sarei ovviamente comportato in modo diverso. Tu sei sicuramente un personaggio poliedrico e dai molti volti, ma sei anche un socio Adci e un pubblicitario ancora in attività. Non sei solo un giornalista.

Ti ripeto quanto già ti dissi a luglio: capisco benissimo le motivazioni che ti hanno spinto a dedicare energie a questo progetto, ma come presidente Adci non posso avallare direttamente o indirettamente la tua selezione. Per me tutti i soci sono uguali. Non sta a me fare selezioni o appoggiare quelle fatte da un collega nonché socio Adci. Qualunque socio non compreso dalla tua vetrina avrebbe potuto, a ragione, risentirsene. Il fatto che non ci siano state proteste o lamentele è dovuto proprio al mio mancato endorsment. Ho fatto la cosa giusta. E me l’hanno confermato anche diversi copywriter presenti nella tua raccolta.

Nel tuo libro ci sono amiche e amici a cui voglio bene e che stimo molto. Se non fossi stato il presidente dell’Art Directors Club ne avrei sicuramente scritto nel mio blog personale.

Il blog Adci ha comunque parlato di “The HeadLiners”, per iniziativa di Till Neuburg. Ho letto il suo pezzo prima di postarlo e l’ho trovato molto equilibrato. Non ho percepito vis polemica, nemmeno tra le righe. Come qualunque altro socio aveva il diritto di postare la sua opinione nel blog del Club e l’ha fatto con i toni giusti. Ha ricordato quelli che a suo avviso erano gli assenti illustri, ma l’ha fatto senza acrimonia e fornendo le sue motivazioni.

Come socio Adci non mi devi nemmeno chiedere di pubblicare le prossime iniziative legate al lancio del libro, ti basta scrivere al Segretario, Gianni Lombardi. Sarà lieto di metterti nelle condizioni di postare direttamente, dandoti la password. Ma questo dovresti già saperlo, visto che ti invitai a scrivere dei post per il blog Adci ancora prima della sua messa online, a giugno.

Il Club è fatto di molte voci. Io rispetto le tue posizioni, anche quando differiscono dalle mie. Sottoporrò al Consiglio Adci la tua richiesta “di usare il tuo libro per parlare di copy e della qualità del loro lavoro nelle sedi istituzionali, l’UPA come le altre associazioni di categoria”.

Ti anticipo che voterò contro questa tua richiesta. Per le ragioni che ti ho esposto.
Come sai, perché te ne ho già parlato a luglio, sto lavorando a un’iniziativa più corale Adci per portare l’attenzione di Upa, istituzioni e pubblico, sulla rilevanza del nostro lavoro.

Spero che la mia risposta ti soddisfi, anche se esprime un parere differente dal tuo. Viceversa, ti rivolgerei la stessa domanda che ti posi alla fine del 2010: “perché non ti candidi tu alla presidenza dell’Adci?”.

Non si può vivere sempre all’opposizione, a meno che non sia un “posizionamento di marketing” occupato per interessi individuali e non per il bene comune.

In ogni caso, hai due anni e tre mesi per prepararti. Per te passeranno più in fretta che per me.

Cordiali saluti

massimo guastini

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